Nelle prime ore della mattinata i carabinieri di Foggia hanno dato esecuzione a due ordinanze di misura cautelare in carcere nei confronti di Leonarda Francavilla, 35 anni, e di Antonio Salvatore, 26 anni, per estorsione aggravata in concorso.
Le misure, emesse dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari di Foggia, sono il compendio di una prolungata e complessa indagine svolta dai militari dell’Arma con la locale Procura della Repubblica, dal novembre 2015 al marzo 2016, iniziata a seguito di alcuni gravi episodi intimidatori nei confronti della famiglia Grieco, proprietaria del marchio commerciale “Proshop”.
Nel pomeriggio del 12 novembre 2015 il titolare del marchio commerciale Proshop, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di saponi detersivi e prodotti per la pulizia, nel rincasare aveva trovato la propria auto, un’Audi Q5 che aveva lasciato parcheggiata lungo la strada, danneggiata alla carrozzeria e al parabrezza da alcuni colpi d’arma da fuoco. Pochi giorni dopo, il 17 novembre, un attentato dinamitardo aveva causato ingenti danni a un’attività commerciale del pieno centro cittadino, in via Zodiaco, che esponeva proprio il marchio Proshop, e che solo dopo è risultata non riconducibile alla famiglia proprietaria del marchio. Il collegamento tra i due attentati, evidentemente accomunati dalla finalità di intimidire i titolari del marchio Proshop, aveva fin da subito fatto capire che qualcuno stava preparando un’estorsione ai loro danni.

L’indagine, condotta con attività tecniche, interrogatori e l’attento studio di un’ingente mole di documentazione amministrativa e contabile, ha infatti portato alla luce le pressioni criminali fatte alla Proshop, nelle persone dei suoi titolari e gestori, costretti a effettuare, in condizioni commercialmente inaccettabili, una fornitura di merce del valore di circa 30mila euro a favore di una società, costituita dagli indagati solo il 21 dicembre 2015, consistente in un’attività commerciale specializzata nella vendita al dettaglio di prodotti per la pulizia della casa e l’igiene della persona, e necessaria a riempire gli scaffali del suo unico punto vendita in previsione della sua inaugurazione.
Tale fornitura è stata infatti concessa in condizioni di assoluto favore, finanziariamente definibili “da suicidio”, quali la mancata copertura economica dei titoli di credito consegnati in pagamento, il mancato rilascio di garanzie del credito, l’assenza di un contratto in forma scritta, tutte condizioni, queste, estorte con reiterate minacce, seppur implicite, ma aggravate, tra l’altro, dall’essersi gli indagati avvalsi della forza intimidatoria derivante dalla più che nota parentela con esponenti di spicco della criminalità organizzata di Foggia: Leonarda Francavilla è infatti non solo la moglie di Mario Lanza, ma anche la sorella di Antonello ed Emiliano Francavilla, elementi apicali del clan mafioso denominato proprio “Sinesi-Francavilla”. Antonio Salvatore, poi, è convivente della figlia di Leonarda Francavilla e Mario Lanza.