“I professionisti della calunnia e della diffamazione in servizio permanente effettivo non hanno smesso di operare nella nostra città.
Un lavoro sottile, subdolo, condotto sottotraccia, che ha puntato i riflettori su di me e sulla mia famiglia. Un’attività vergognosa, attuata da chi pensa di riproporre film già visti, cercando di sconfiggere l’avversario politico non con le regole della democrazia, ma screditandolo sul piano personale.
Da giorni circola nelle chat di WhatsApp un messaggio dal contenuto diffamatorio, colmo di falsità disgustose. Nel messaggio si insinua che dopo la mia elezione a sindaco di Foggia avrei ‘nominato’ dirigente mia moglie, lasciando intuire l’applicazione di favoritismi di natura familistica. Una bugia senza alcun fondamento, che è opportuno smentire in modo categorico. Mia moglie, che era una dipendente comunale ben prima delle mia elezione, non ricopre alcun incarico dirigenziale né percepisce compensi aggiuntivi per lavoro straordinario o per la realizzazione di progetti specifici. Mi segue nella mia attività come mia stretta collaboratrice, senza percepire un solo centesimo in più di quanto percepisse in precedenza – 1455,84 euro netti al mese – quando svolgeva la sua attività presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive.
Mia cognata, invece, nel delirio diffamatorio di questi vigliacchi anonimi è accusata di essere in predicato di gestire, non si sa a quale titolo, 40 milioni di euro.
Non è mio costume replicare con un comunicato stampa ufficiale ed un messaggio su WhatsApp o ad un post sui social. Ritengo, però, che in questa circostanza sia necessario farlo. Perché nell’era della ‘rete’ le lettere anonime di un tempo sono state sostituite da questi nuovi canali di diffusione delle calunnie e delle diffamazioni. Canali altrettanto pericolosi.
Naturalmente, metterò in campo tutti gli strumenti più utili – soprattutto sul piano legale, con la necessaria denuncia all’Autorità Giudiziaria – a tutelare la mia onorabilità e quella della mia famiglia, perseguendo coloro i quali si cimentano in quello sport infame che è buttare fango sugli avversari politici, inventando di sana pianta fandonie e diffondendole tra quanti non sono in grado di capirne l’infondatezza. È opportuno segnalare che coloro i quali inoltreranno il messaggio diffamatorio che sta circolando, si renderanno complici di un reato, ed in quanto tali perseguibili nelle sedi opportune.
Sono francamente stanco di assistere a questo spettacolo indecoroso, di essere il bersaglio della frustrazione dei diffamatori di professione. Chi vuole contrastarmi lo faccia, se ne è capace, dentro le regole della democrazia, con l’attività politica e nelle libere elezioni, non infangando la mia famiglia ed i miei affetti”.