Resti di ossa umane sono stati ritrovati in una gravina profonda circa 30 metri nell’entroterra tra Mattinata e Vieste. A fare la scoperta sono stati i Carabinieri Cacciatori di Sardegna e di Calabria, presenti sul territorio dopo la strage di mafia avvenuta il 9 agosto a San Marco in Lamis in cui venne ucciso il boss Mario Luciano Romito, il cognato e due innocenti agricoltori.

All’interno della gravina sarebbero stati ritrovati anche rifiuti e numerose ossa di animali. Lo scheletro potrebbe appartenere a uno dei due casi di lupara bianca verificatisi a Vieste negli anni scorsi. In primis Salvatore Ranieri, 25 anni, custode di un campeggio di Vieste scomparso nel nulla nell’estate del 2003.

L’altra pista investigativa porterebbe, invece a Pasquale Notarangelo, di cui si sono perse le tracce a maggio dello scorso anno. Quest’ultimo è figlio di Onofrio, il quarantaseienne ucciso il 27 gennaio dello scorso anno in paese.

I resti sono stati inviati ai Ris di Roma per risalire, attraverso il Dna, l’identità della vittima. In tutta la Capitanata si contano almeno una trentina di casi di lupara bianca.