Arrivano i primi tre indagati per sfruttamento della manodopera in agricoltura nell’inchiesta avviata in seguito all’incidente stradale che il 6 agosto scorso a Lesina, nel foggiano, ha causato la morte di 12 braccianti extracomunitari che erano a bordo di un furgone di rientro dai campi per la raccolta di pomodori. Solo due giorni prima sempre in provincia di Foggia, in circostanze analoghe, erano morti altri quattro braccianti africani stipati su un furgone adattato illegalmente al trasporto di persone e finito contro un tir. Sulla tragedia di Lesina, lo ricordiamo, indagano sia la procura di Foggia e quella di Larino perchè una delle aziende per cui lavoravano i braccianti si trova proprio in Molise.

Ed è stata proprio la procura molisana ad iscrivere nel registro degli indagati tre operatori del settore agricolo. L’ipotesi di reato è sfruttamento del lavoro ed intermediazione illecita, secondo l’ art. 603 bis del Codice penale. E’ possibile che l’inchiesta si allarghi mano a mano che verranno individuate anche le altre aziende pugliesi per i quali lavoravano i braccianti. In entrambi gli incidenti, tra le vittime figurano anche gli uomini, anche loro africani, che conducevano il furgone. Le due procure indagano parallelamente sulle presunte condizioni di sfruttamento dei dodici braccianti: i magistrati foggiani competenti perché in quel territorio è avvenuto l’incidente mortale, i secondi perché in Molise ha sede l’azienda agricola per la quale lavoravano la maggior parte delle vittime, la ditta ‘Di Vito’ di Campomarino.

I carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno già acquisito i documenti dall’azienda, necessari a ricostruire le condizioni contrattuali di lavoro, orari e compensi, da intrecciare con le dichiarazioni rese nei giorni scorsi agli investigatori dai braccianti sopravvissuti all’incidente. Nei prossimi giorni saranno individuate le altre aziende, almeno una pugliese per la quale lavoravano alcuni braccianti deceduti, e altre tre per le quali quegli stessi migranti avevano lavorato in passato. Si indaga anche sul servizio di trasporto dei migranti sui campi. A gestirlo, a quanto emerge, erano connazionali dei braccianti, che venivano contattati dall’azienda agricola per portare i lavoratori sui campi di pomodoro. Quello che le indagini delle Procure di Foggia e Larino dovranno accertare, oltre alle eventuali condizioni di sfruttamento, è il collegamento tra le aziende agricole e i cosiddetti caporali che si occupavano di reclutare manodopera. Ci sono poi le indagini sulle dinamiche dei due incidenti, per le quali i magistrati attendono nelle prossime settimane il deposito di consulenze tecniche.