“I risultati della classifica sul gradimento dei sindaci italiani, elaborata dall’istituto IPR Marketing e pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore, come sempre rappresentano un’indicazione interessante ed utile. Si tratta, ovviamente, di dati che vanno letti in modo analitico, non solo guardando alla posizione in classifica, che è il frutto essenzialmente della percentuale di consenso ottenuta al momento della vittoria elettorale. Non è infatti un caso se la classifica mostri come vi siano sindaci che registrano una flessione di gradimento di molto superiore a quella di Foggia, restando però in una posizione più elevata nella graduatoria.
Il primo elemento di analisi della classifica, dunque, è la sua interpretazione, che deve svilupparsi guardando esclusivamente al differenziale tra il consenso al momento dell’elezione e quello fotografato dall’indagine dell’IPR Marketing. Da questo punto di vista, il mio consenso politico cala di 4,3 punti percentuali. Un dato che ci fa riflettere e ci induce ad un impegno ancor maggiore nei confronti della nostra comunità.
La flessione di consenso, tuttavia, va contestualizzata, perché matura in un momento in cui le difficoltà generali degli amministratori pubblici e di chi ha la responsabilità di governare gli Enti Locali sono sempre più evidenti. Una dinamica che tutti i sindaci italiani hanno approfondito e denunciato ripetutamente, da ultimo nel corso del recente congresso nazionale dell’ANCI tenutosi a Bari, facendo appello all’inderogabile sostegno del Governo, che non può più continuare ad abbandonare chi opera quotidianamente nella trincea dei territori.
Sui sindaci si scarica ormai una mole di problematiche sempre crescente, senza che questi siano messi nelle condizioni di potervi fare fronte, in termini di risorse e poteri. Foggia, da questo punto di vista, paga il prezzo delle innumerevoli emergenze affrontate, troppo spesso con decisioni impopolari dolorose ma obbligate. Penso, su tutte, all’emergenza abitativa, cui è evidentemente collegata una crescente tensione sociale che, a torto, si scarica sui primi cittadini. La Governace Poll, infatti, descrive una percezione complessiva, cui concorrono molti fattori, alcuni dei quali finiscono per essere contestati al sindaco pur non avendo i Comuni competenze specifiche. Mi riferisco, ad esempio, alla diffusa percezione di insicurezza, che nell’immaginario collettivo viene ascritta impropriamente all’attività dei sindaci, o all’emergenza migranti.
Dentro la flessione di consenso che la classifica rileva, rivendico però alcuni risultati raggiunti, perché pur dovendo incrementare la qualità della nostra azione amministrativa è bene non dimenticare mai da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Faccio riferimento alla gestione oculata del bilancio, i cui equilibri non sono mai stati in discussione. Penso anche alle decisioni assunte, quasi senza precedenti, per interrompere il pagamento di fitti ed utenze, entrambi messi nel passato a carico dei cittadini. Entrambe questioni che chiaramente incidono sul consenso di un amministratore, ma che andavano affrontate nel solo ed esclusivo interesse della città.
Accanto alle decisioni impopolari ci sono poi i traguardi già tagliati: dal fronte della cultura e degli eventi – che hanno restituito orgoglio e senso di appartenenza, costruito un brand utile anche in termini di attrattività turistica e rivitalizzato il tessuto economico della città – a quello ambientale, certificato dal rapporto di Legambiente, fino dall’approvazione del Documento Strategico del Commercio, solo per fare alcuni esempi. Sono risultati che la nostra comunità, sono certo, ha avuto e avrà modo di apprezzare e dai quali dobbiamo ripartire, continuando nel solco di quanto fatto sino ad oggi”.