Questa mattina il Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia in un’azione congiunta con il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato ha, con ampio impiego di uomini (40 unità del Comando Provinciale dei Carabinieri con l’ausilio di una aliquota del C.I.O. del Battaglione di Bari e 10 unità del Corpo Forestale), proceduto al sequestro di alcune bancarelle per la vendita di prodotti ortofrutticoli che occupavano i marciapiedi ed i parcheggi della città di Foggia. Il provvedimento è stato eseguito su disposizione del Gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della  Procura della Repubblica del capoluogo dauno. Si è trattato di un’azione mirata che ha avuto ad oggetto  le cd edicole per la vendita della frutta, realizzate in legno , prive di precarietà strutturale e funzionale, su marciapiedi e luoghi destinati al parcheggio della città di Foggia.

L’indagine è stata avviata nell’aprile del 2015 , dopo il rilascio  da parte del Dirigente del Servizio Attività Economiche del Comune di Foggia di sei autorizzazioni temporanee al commercio su aree pubbliche per la durata di mesi sei , rinnovabili, in favore di esercenti di attività commerciali spesso non dotati di autorizzazioni al commercio idonee o con autorizzazioni scadute, privi dei requisiti morali perché pregiudicati  e comunque  privi del certificato antimafia perché mai richiesto alla Prefettura. In tali autorizzazioni , alla luce dell’atto di indirizzo comunale n.36/2015 , si disponeva che si potessero realizzare su aree pubbliche (marciapiedi e parcheggi comunali) strutture in legno lamellare aventi dimensioni e caratteristiche meglio definite nei progetti allegati alla domanda  presentata  dagli interessati e asseverata attraverso la relazione di un tecnico di fiducia (per tutti i richiedenti formulata e firmata dal medesimo architetto). I manufatti, pur non essendo dotati per caratteristiche strutturali e funzionali della natura di opere precarie, venivano realizzati in assenza delle autorizzazioni edilizie previste da legge.

Alla emissione delle autorizzazioni al commercio e all’occupazione del suolo pubblico seguiva, tra la fine del mese di aprile e l’inizio del mese di maggio (in un solo caso l’autorizzazione viene rilasciata in giugno con immediato inizio dei lavori fra fine giugno e luglio), l’immediata edificazione dei chioschi  sulle aree indicate. Il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Municipale  accertavano  che molti dei manufatti erano stati  realizzati con cubature persino superiori a quelle assentite con le (illegittime) autorizzazioni al commercio e posizionati in violazione delle norme del Codice della Strada. Gli inquirenti accertavano inoltre che, alla scadenza dei sei mesi di efficacia delle autorizzazioni, i manufatti, non venivano rimossi e permanevano ad occupare il suolo pubblico con  coeva prosecuzione dell’attività commerciale.I titolari delle autorizzazioni sono indagati per i reati di abuso edilizio e di occupazione di suolo pubblico. Nei confronti di uno solo di essi non veniva notificato il decreto di sequestro , in quanto il GIP riteneva, allo stato dell’indagine , non accertati tutti i presupposti per procedere all’emissione del decreto di fermo reale.