Gli uomini del Commissariato di polizia di Cerignola hanno tratto in arresto cinque giovani extracomunitari per il reato di estorsione in concorso tra loro e tre di loro sono anche stati denunciati per false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulle proprie qualità personali.
In particolare, nella mattinata di martedì scorso, si presentava nel Commissariato di Cerignola il responsabile di una Comunità Educativa di Cerignola il quale denunciava che, da diversi giorni, un gruppo di cinque ospiti extracomunitari, quattro del Gambia ed uno malese, coalizzatisi tra loro, avevano incominciato ad avanzare richieste di somme di denaro a loro non spettanti, pari ad 80 euro cadauno a settimana, minacciando ed, in qualche caso, ponendo in essere atti di violenza nei confronti degli operatori della comunità e degli altri ospiti minori, nonché atti di autolesionismo.
Il responsabile spiegava che, agli ospiti, per legge, deve garantire vitto, alloggio ed integrazione; in più, la struttura da lui gestita fornisce PC, abbigliamento, accesso al WI-FI libero e tutto ciò di cui gli ospiti hanno bisogno quotidianamente. Inoltre, la struttura fornisce a ciascun ospite un pocket money di cinque euro a settimana.
Il denunciante spiegava, anche, che era stato assente dalla comunità per qualche giorno e che aveva appreso dai suoi collaboratori che le richieste di denaro erano diventante insistenti, tanto che i 5 giovani avevano posto un ultimatum e cioè che in data 16 febbraio se non avessero ricevuto i soldi avrebbero cominciato a spaccare tutto nonché ad inveire contro gli altri ospiti della comunità, minori di anni 18, che non appoggiavano il loro intento. Invero, i collaboratori gli avevano riferito che, a stento, erano riusciti a far desistere i cinque malfattori dal loro intento di porre in essere atti di violenza, convincendoli ad aspettare il giorno del suo rientro, rischiando di essere feriti gravemente visto che i cinque giovani si erano armati di coltelli presi dalla cucina della comunità.
Pertanto, il responsabile, non avendo nessuna intenzione di cedere al ricatto dei cinque ospiti, si determinava a denunciare quanto stava accadendo, unitamente ai sui collaboratori, alcuni fatti oggetto diretto di atti di violenza e di minacce.
Al fine di porre fine a questi atti di violenza gli agenti del Commissariato predisponevano un servizio di Polizia Giudiziaria atto a cogliere nella flagranza di reato di estorsione i cinque individui, provvedendo a fotocopiare i soldi che il denunciante aveva in tasca, soldi che avrebbe consegnato ai cinque nel momento che gli fosse stata avanzata la richiesta all’interno della comunità, e che avrebbero permesso d’incastrarli.
Appena il denunciante, insieme ai suoi collaboratori, raggiungeva la comunità, i cinque individui avanzavano la richiesta di denaro che veniva accolta dal responsabile il quale consegnava loro 70 euro a testa. Immediatamente un collaboratore avvisava gli agenti che ormai presidiavano la zona, i quali intervenivano all’interno del centro e bloccavano i cinque individui rinvenendo il denaro, poco prima fotocopiato, nelle loro tasche; per questo tutti e cinque venivano tratti in arresto per estorsione.
Altra nota stonata di questa brutta storia riguarda l’età anagrafica dei cinque arrestati, i quali, giunti in Italia senza documenti, al momento della loro identificazione fornivano dati anagrafici attestanti la loro minore età al fine di godere dei molti benefici che ne derivavano, come quello di non essere espulsi. I poliziotti di Cerignola, invece, decidevano di farli visitare dal reparto di radiologia dell’ospedale Tatarella in modo che i sanitari potessero attestare se effettivamente fossero minorenni; dubbio questo che veniva presto rimosso in quanto proprio i sanitari attestavano che dei cinque ragazzi solo uno risultava essere minorenne mentre gli altri erano tutti maggiorenni, pertanto ospitati anche “abusivamente” presso la struttura che si occupa solo di minori. Per i quattro maggiorenni si sono aperte le porte della Casa circondariale di Foggia, mentre l’unico minorenne è stato accompagnato presso l’Istituto per minori “Fornelli” di Bari a disposizione delle rispettive autorità giudiziarie competenti.