Dopo aver subito minacce e violenze da una strozzina, una vedova 50enne foggiana ha trovato il coraggio di denunciare il tutto alla polizia. E così dopo alcune indagini la squadra mobile di Foggia ha stretto le manette di polsi di Anna Ciuffreda, 40enne pregiudicata con l’accusa di estorsione, usura e rapina aggravata.
Le indagini intraprese dagli agenti della squadra mobile partivano dalla denuncia di una vedova cinquantenne,  convivente con l’anziana madre, gravemente ammalata, ed un figlio minorenne, le cui fonti di sostentamento erano la piccola pensione di reversibilità del coniuge defunto e quella di invalidità della madre malata, perlopiù utilizzata per le cure ed i farmaci continui di cui l’anziana abbisogna.
Da circa un anno e mezzo per far fronte a spese da lei considerate “straordinarie” per le proprie possibilità economiche, consistenti nell’acquisto di una vecchia utilitaria usata, da impiegare soprattutto per trasportare sua madre invalida dal medico, si era rivolta alla donna arrestata cui aveva chiesto ed ottenuto in prestito 3.800 euro per l’acquisto di una auto. Nel corso del tempo la somma, già gravata da tassi di interesse  elevatissimi, diveniva oggetto di continue   lievitazioni  applicate dalla usuraia, ogni qual volta la vittima ritardava, anche di pochi giorni, i ratei mensili da lei imposti.

La signora con enormi sacrifici riusciva a far fronte agli obblighi economici stabiliti da Anna Ciuffreda per i primi nove mesi, nel corso dei quali, tuttavia, a conti fatti aveva già ampiamente saldato il debito e pagato di gran lunga gli elevati interessi. Tuttavia il suo incubo non era terminato, anzi la donna si vedeva raddoppiare la somma da elargire alla usuraia proprio a causa di quei piccoli ritardi.
Il vortice senza fondo nel quale era caduta la povera vittima la aveva prostrata al punto tale da confessare alla Ciuffreda il suo pensiero di “farla finita” ma costei non si faceva affatto intenerire da quelle parole, anzi le intimava di provvedere, senza indugiare, ai pagamenti. Una sera di novembre del 2015, considerato che  da un paio di mesi le date di pagamento non potevano più essere onorate poiché i ratei impostile dalla sua aguzzina erano ormai diventati insostenibili, la vittima veniva raggiunta, nei pressi della sua abitazione, da Anna Ciuffreda che, dopo averle intimato di pagarle quanto da lei preteso ed avuta risposta negativa dalla povera interlocutrice, cominciava a colpirla violentemente con calci e pugni sferrati al corpo ed al viso senza alcuna pietà ed anche dopo che la donna, più esile e di bassa statura rispetto alla sua antagonista, era caduta sull’asfalto quasi priva di sensi. A quel punto, strappatale di mano la borsa, la Ciuffreda si appropriava del poco denaro ivi contenuto, del telefono cellulare e della chiave di accensione della utilitaria di proprietà della sua vittima che utilizzò, solo poche ore più tardi, per appropriarsi anche del veicolo della donna.
La vittima non ha mai denunciato né la brutale aggressione, né per la rapina della propria autovettura e degli altri beni poiché fortemente intimorita dalla personalità della sua aguzzina, che con lei spesso si vantava dei propri precedenti penali, proprio per intimorirla ed indurla a pagare.

Una volta giunta negli uffici della Questura di Foggia, la vittima ha raccontato ai poliziotti che il 27 febbraio scorso era previsto l’ennesimo rateo di pagamento impostole, di 2.000 euro, somma che era fuori dalla portata economica della pensionata, ormai strozzata dalle infinite richieste della usuraia.
La collaborazione fornita dalla vittima del reato consentiva di sorprendere Anna Ciuffreda subito dopo aver ritirato, presso la sua abitazione, la quota parte della somma pretesa, pari a 200 euro dalla sua vittima, da lei estorta nella circostanza, come nelle altre, con minacce e pressioni di ogni genere. L’irruzione degli agenti della squadra mobile consentiva di bloccare la donna immediatamente dopo aver incassato quel denaro.
Si procedeva alla perquisizione della abitazione della donna nel corso della quale veniva rinvenuto  il  telefono cellulare nonché la chiave dell’autovettura da lei sottratta alla sua vittima alcuni mesi fa. Inoltre, si rinvenivano appunti che consentivano di comprovare l’attività di usura posta in essere nei confronti della denunciante. Nel prosieguo delle indagini gli investigatori della polizia individuavano il luogo in cui era stata occultata l’auto, sottratta illegalmente alla donna, che veniva recuperata e restituita alla avente diritto.
Anna Ciuffreda è stata quindi associata presso la casa circondariale di Foggia e messa a disposizione della autorità giudiziaria. Nei giorni successivi, il GIP presso il Tribunale di Foggia ha convalidato l’arresto della donna disponendo la sua permanenza in carcere.