«Quella organizzata dal Governatore Emiliano ieri a Bari è stata un’iniziativa positiva, che ha permesso di inaugurare un dialogo schietto tra Regione Puglia e Amministrazioni comunali. Per affrontare le sfide che ogni Comune ha di fronte a sé, infatti, occorre aprire una stagione di confronto vero e reale, di ascolto delle istanze che arrivano dai territori, abbandonando le tentazioni – che pure sono emerse in alcuni settori – di dar vita ad un nuovo centralismo regionale che sarebbe l’antitesi della politica di cui, oggi più che mai, c’è bisogno.
Nel corso dell’incontro con i sindaci pugliesi, ho sottoposto al presidente della Regione Puglia alcune questioni di metodo che considero strategiche per imboccare una strada nuova rispetto al passato. Alcune di queste questioni sono all’ordine del giorno del dibattito politico ed istituzionale ormai da troppo tempo e meritano risposte e soluzioni partecipate ed efficaci. Infrastrutture, emergenza rifiuti, piena operatività dell’aeroporto “Gino Lisa”, politiche per la salute sono a mio avviso gli esempi più eclatanti dell’urgente necessità di mettere in campo dinamiche operative nuove, orientate all’ascolto vero e non retorico.
Sul fronte delle infrastrutture penso che i contenuti del “Patto per la Puglia” che il presidente Emiliano ed il premier Matteo Renzi hanno sottoscritto sabato vadano in parte in questa direzione, recuperando il deficit di partecipazione emerso al momento della definizione delle priorità e degli interventi da candidare a finanziamento. Soprattutto per quel che riguarda la provincia di Foggia la Regione Puglia aveva scelto la strada dell’accentramento decisionale, mentre le necessità del territorio erano già state ampiamente tracciate attraverso l’impianto progettuale della pianificazione strategica di Area Vasta. Solo la nostra protesta – ferma ma responsabile – riuscì a determinare un cambio di passo da parte della Regione. Eppure quella nostra levata di scudi non è bastata, se è vero come è vero che la dotazione finanziaria assegnata alla Puglia attraverso i finanziamenti a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione sono circa la metà di quelli disponibili con la vecchia programmazione dei Fondi Fas. Una scelta del Governo nazionale che considero sbagliata e pericolosa, perché allarga e non riduce la forbice tra Nord e Sud. Siamo quindi in presenza di un timidissimo passo in avanti, che lascia sul tavolo un grande interrogativo: in che modo e con che tempi gli interventi rimasti esclusi dal “Patto per il Sud” saranno finanziati? Una domanda a cui, penso, debba essere data una risposta proprio a partire da una logica di collaborazione tra Regione Puglia ed Enti Locali.
Una risposta definitiva è attesa dalla Capitanata anche per quel che concerne la piena operatività dell’aeroporto “Gino Lisa”, tema al quale è legata la possibilità di rendere più efficace e più attrattiva la nostra offerta turistica. Lo sostengo essendo stato io uno dei protagonisti istituzionali della svolta che ha in parte modificato l’approccio che la Regione Puglia aveva rispetto a questo tema. Una svolta di cui riconosco il valore, ma che non ha ancora prodotto risultati concreti. La nuova notifica alla DG Concorrenza dell’Unione Europea per verificare la compatibilità dell’intervento relativo all’allungamento della pista con le norme che disciplinano i cosiddetti “aiuti di Stato” non è ancora pronta, nonostante la nomina dei due consulenti – uno dei quali indicato proprio dal Comune di Foggia – lasci ben sperare. E tuttavia credo che i tempi vadano accelerati. Noi non possiamo più attendere. La Capitanata non può più attendere. Si tratta infatti di una vicenda contraddistinta da errori e leggerezze. Non ho mai aderito a teorie complottistiche. E tuttavia osservare che interventi infrastrutturali sull’aeroporto di Bari godono di tempi rapidissimi e non passano attraverso le forche caudine della compatibilità con le norme che regolano gli aiuti di Stato, mentre nel nostro caso l’iter è complesso, farraginoso e paralizzante, legittima nelle nostre comunità qualche sospetto.
Sul grande tema dei rifiuti, invece, è necessario invertire la rotta in modo del tutto radicale. L’urgenza di politiche che accompagnino la chiusura del ciclo dei rifiuti merita un approccio più partecipato e più condiviso, in cui i Comuni svolgano un ruolo ed una funzione da protagonisti e non semplicemente di spettatori. Da questo punto di vista credo che il Commissariamento di tutte le OGA della Puglia, disposto dal Governatore Emiliano, non vada nella direzione giusta. Non è attraverso questa nuova forma di accentramento decisionale che si raggiungeranno gli obiettivi giusti. Non è dando vita ad un’unica ATO regionale che si riuscirà a affrontare nel modo giusto una questione che merita ben altro approccio, soprattutto in termini di conoscenza delle situazioni e di confronto con i Comuni, che hanno bisogno innanzitutto che la Regione intervenga incisivamente sul piano dell’impiantistica, perché è da questo vulnus che sono state generate le emergenze che abbiamo conosciuto e che purtroppo continuiamo a conoscere.
Stessa cosa dicasi sulle politiche per la salute. È indubbio che sia necessario trovare la “quadratura del cerchio” in presenza dei rigidi parametri imposti dal Ministero della Salute, che troppo spesso determinano sperequazioni tra Regione e Regione, anche e soprattutto sul piano del riparto delle risorse finanziarie a parità di densità demografica. È una tristissima verità, che rende il lavoro dei Governatori complesso e difficile. E tuttavia noi sindaci ci aspettiamo che sul tema la Regione abbia un atteggiamento più chiaro e meno propagandistico. In Capitanata abbiamo già assistito allo “scarto” tra le promesse e le assicurazioni fatte nel corso della campagna elettorale e le decisioni assunte in sede di governo, specie con riferimento alla riconversione, al ridimensionamento e alla chiusura degli ospedali. Uno “scarto” che, come si ricorderà, ha provocato l’indignazione e la protesta anche di sindaci che avevano sostenuto Michele Emiliano alle scorse elezioni regionali. Dunque qui non c’entrano né la polemica politica né il campanilismo spicciolo. Non sono il frutto né della polemica politica né del campanilismo spicciolo, ad esempio, le preoccupazioni delle comunità del Gargano, che proprio nel momento di maggiore affluenza turistica, quest’estate, hanno dovuto fare i conti con carenze e disservizi anche nelle attività di primissimo soccorso. Occorre quindi cambiare passo, rimettere al centro concretamente e non retoricamente il dialogo con le comunità, con gli amministratori, con i cittadini. Cercando di abbandonare gli approcci ragionieristici, nella piena consapevolezza che la situazione in cui versa la sanità pugliese è innanzitutto il frutto della demagogia che guidò nella precedente consiliatura regionale scelte tutte orientate a demolire il passato in ragione di una non meglio precisata “rivoluzione”.
Sono queste le considerazioni che ho rassegnato al Governatore della Puglia e alla sua Giunta, nella speranza che non siano recepite come fastidiose e strumentali proteste, ma come un appello alla collaborazione istituzionale da praticare sul terreno dei fatti e non degli slogan».