Anche la cultura del territorio, fra tradizione e innovazione, può perfezionare la conoscenza di una lingua straniera. Esempio circostanziato le tecniche di strategie didattiche sperimentate a Volturara Appula dagli alunni delle classi 3^ M e 2^N della Media Fieramosca di Barletta che nel Borgo dei Monti Dauni hanno testato con interesse il primo workshop linguistico di inglese ideato e promosso dalla professoressa Maria Antonietta Binetti, con la supervisione del dirigente scolastico Francesco Messinese. Il Workshop nasce dalla evoluzione di un progetto della Binetti, docente di inglese, che nel precedente anno scolastico ha coinvolto gli studenti in una chat realizzata in rete, dove è stata inserita una esperta madrelingua, Adriana Iavagnilio, residente a Londra ma originaria del piccolo paese del foggiano che ha dato i natali anche al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una formula di apprendimento gradita dai ragazzi che hanno potenziato le conversazioni in “English” con dialoghi, quesiti, curiosità e con la positiva complicità delle docenti di lettere Katia Lopopolo ed Elisabetta Blasi che hanno fornito loro le nozioni geografiche, storiche e artistiche del territorio in questione.
Entusiasta il sindaco di Volturara Leonardo Russo che ha accolto con gioia la scolaresca, coadiuvato dall’esperta madrelingua americana Carmina De Masi. Tra i banchi dell’aula consiliare, fra gli stretti vicoli del centro storico, fra i monumenti, i palazzi antichi, le chiese, il Santuario della Madonna della Sanità, Patrona di Volturara, gli studenti barlettani hanno ampliato il raggio delle conoscenze della nostra Puglia, ben orchestrando la realtà locale con il workshop e le attività laboratoriali rigorosamente in inglese. Una preparazione apprezzata dal sindaco Russo che ha consegnato agli alunni un attestato di partecipazione per l’impegno profuso, e dalle esperte madrelingua che hanno elogiato l’operato dei ragazzi e della professoressa Binetti, legata al Borgo di Volturara Appula da vincoli affettivi e familiari e autrice, tra l’altro, di libri di fiabe. Gli spaccati del borgo, infatti, hanno ispirato alcuni dei suoi racconti.