Il 27 dicembre scorso ha celebrato una messa nella parrocchia di Santa Maria della Scala a Torre Maggiore ed ha raccolto anche la confessione di alcuni fedeli. Peccato però che lui non fosse né un sacerdote né un monaco.

A svelare il singolare episodio è il vescovo della diocesi di San Severo, monsignor Giovanni Checchinato che ha preso carta e penna e con un comunicato formale ha invitato “i fedeli e le comunità parrocchiali ad essere ‘sentinellè prima di dar credito a chi si dovesse presentare o qualificare come religioso”.

Alessio Prencipe si era presentato al parroco della chiesa di Santa Maria della Scala dicendo di essere un monaco benedettino, millantando anche il suo ruolo di assistente spirituale nazionale dell’associazione ‘Laudato Sii’. E all’inizio ha convinto della bontà delle sue affermazioni il parroco della chiesa di Torre Maggiore che lo ha autorizzato a celebrare la messa. Successivamente però alcuni suoi atteggiamenti hanno destato sospetti e così la diocesi di San Severo ha avviato una vera e propria indagine, scoprendo che Alessio Prencipe non ha mai fatto parte della congregazione dei monaci benedettini.

Eppure lui fino all’ultimo ha provato a negare. Quando a Torre Maggiore sono arrivati il vicario generale e il cancelliere vescovile della diocesi, Prencipe ha fornito un numero di telefono dei suoi presunti superiori, numero di telefono, però, inesistente. Per lui che su Facebook mostra foto in abiti religiosi è scattato il divieto (previsto in casi come questi dal Codice di Diritto Canonico) di ricevere i sacramenti.