Nella mattinata di ieri gli Agenti della Polizia di Stato del reparto Volanti della Questura di Foggia traevano in arresto una giovane cittadina rumena, L.A. di anni 27, perché responsabile di estorsione aggravata e continuata in concorso con altre persone al momento ignote.

La condotta criminosa si è contestualizzata nell’ambito della prostituzione esercitata sulla SS673 dove gli operatori di una volante in transito, impegnata nell’attività di controllo periferico delle aree di servizio e attività commerciali esistenti sulla predetta arteria stradale, notavano in una piazzola di sosta, una violenta colluttazione fra donne. Una di loro, con evidenti gesti e urla, attirava l’attenzione dell’equipaggio delle volanti, così gli Agenti della Polizia di Stato prontamente intervenuti notavano che la stessa faceva parte di un gruppo di donne (cinque in totale) che inveivano contro un’altra ragazza intenta a percuotersi con un’altra donna.

Dopo aver interrotto l’azione violenta, gli operatori di Polizia accertavano che una delle due litiganti era intervenuta in difesa di altra donna dedita alla prostituzione la quale aveva subìto percosse e minacce dall’indagata che pretendeva, come in altre simili circostanze, del denaro per esercitare l’attività di meretricio in quel luogo, asserendo che la stessa poneva in essere delle minacce unitamente ad altri due uomini costringendole a pagare 150 euro a settimana.

In particolare le donne, accompagnate tutte negli uffici di Polizia per procedere alla corretta identificazione, riferivano, formalizzando le dichiarazioni in sede di denuncia, che L.A. richiedeva la somma di denaro riscuotendola per conto di due uomini e, in caso di mancato pagamento, li chiamava al cellulare, i quali, in vivavoce, minacciavano di morte le ragazze dicendo che le avrebbe ammazzate e messe in sacchi di immondizia per poi farle sparire tra i rifiuti, o in alternativa portarsi sul posto per spararle.

Nell’occorso L.A. riportava lesioni al volto per cui veniva trasportata al locale Pronto Soccorso dove le prestavano le cure del caso. Successivamente, accompagnata presso gli Uffici di Polizia, veniva dichiarata in arresto e su disposizione del P.M. accompagnata presso la propria abitazione per essere sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari, perché la stessa risultava essere madre di figli minori. L’attività di Polizia Giudiziaria continua per addivenire all’identificazione dei complici.