L’episodio forse più significativo è quello di un operatore tecnico specializzato che, dopo aver timbrato il cartellino, trascorreva intere giornate presso lidi balneari e non aveva alcun problema a pubblicare le foto delle sue ‘vacanze’ su social network. Poi c’è, per esempio, il primario del reparto di rianimazione che si allontanava dal lavoro per interi pomeriggi trascorrendoli in giro per la città o tornando a casa e, in alcune occasioni, attestava anche di aver eseguito prestazioni specialistiche al fine di smaltire le liste d’attesa dei pazienti, ricorrendo ad ore di straordinario. Sono solo alcuni dei casi di assenteismo accertati dalla Guardia di Finanza di Foggia all’interno dell’ospedale di San Severo e che ha portato stamani ad otto arresti.

Tra gli arrestati, come detto, anche il primario del reparto di rianimazione Giuseppe Altieri, posto anche lui ai domiciliari. Le attività di indagine, infatti, hanno consentito di raccogliere elementi di prova a carico di 9 indagati: oltre al primario, c’è un dirigente, cinque collaboratori amministrativi ed un operatore tecnico oltre ad una commessa. Nell’ambito della stessa inchiesta della Guardia di finanza un dirigente del nosocomio è stato sospeso dal servizio. Gli indagati, per mascherare l’assenza dal posto di lavoro, oltre ad utilizzare la ormai rodata mancata timbratura del badge all’atto dell’allontanamento dal servizio, provvedevano, direttamente o grazie a due colleghi addetti all’inserimento dei dati nel database delle attività di servizio prestate, complici nella truffa, ad alterare le informazioni contenute nel sistema informatico di registrazione delle presenze.

Una truffa stimata dalle fiamme gialle che ammonta a circa 80mila euro. I militari hanno posizionato telecamere nascoste nei pressi dell’apparecchiatura marcatempo dell’ospedale. Dalle indagini è emerso, inoltre, che un dipendente, simulando di aver dimenticato il badge a casa, ha fatto certificare la propria presenza con la sottoscrizione di un’attestazione cartacea da parte del proprio dirigente, anche quando questi era assente dal servizio. Dalle indagini è emerso che le false attestazioni di presenza, per un totale di oltre 5.300 ore, risalgono anche al 2014.