Una pericolosissima organizzazione criminale che faceva affari nel campo dello spaccio di stupefacenti e delle estorsioni. Parte attiva di una nuova guerra scoppiata tra i clan della mafia garganica per il controllo degli affari illeciti sul territorio. È quella sgominata dai Carabinieri, questa mattina, nel corso dell’operazione chiamata “Neve di Marzo”, che ha visto impegnati oltre cento militari supportati dalle unità cinofile.

Sono quindici le persone finite in manette, a Vieste, per associazione a delinquere dedita al traffico di droga e porto illegale di armi, anche da guerra, aggravata dal metodo mafioso. Si tratta di elementi di spicco del clan Raduano, tutti noti alle Forze dell’Ordine, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Bari.

Il risultato di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha permesso di far luce sulla sanguinosa faida scoppiata tra i due gruppi nati dalla scissione dell’organizzazione un tempo guidata da Angelo Notarangelo, storico boss della mala garganica ucciso il 25 gennaio 2015. Una guerra che ha provocato diverse vittime, come Girolamo Perna, boss dell’omonimo clan, rivale dei Raduano, assassinato nel mese di aprile.

Altro recente fatto di sangue è quello avvenuto il 14 ottobre scorso: vale a dire il tentato omicidio del 34enne Giovanni Cristalli, scampato ad un agguato messo a segno, in pieno giorno nei pressi della villa comunale di Vieste, tra decine di famiglie e bambini. Per questo episodio, i Carabinieri hanno eseguito, nel corso di un altro blitz, due provvedimenti di fermo nei confronti dei presunti responsabili, identificati in breve tempo grazie alle telecamere di sorveglianza presenti nella zona della sparatoria. Durante l’esecuzione dei fermi sono state rinvenute anche dosi di droga ed una bomba molotov.