Numeri da capogiro per il maxi concorso per Operatore Socio Sanitario che la Regione Puglia ha bandito negli scorsi mesi. Prove di selezione concluse anche se manca ancora una graduatoria definitiva ma il Dr. Vitangelo Dattoli, Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria “Riuniti” di Foggia, ha voluto fare un punto della situazione illustrando i risultati conseguiti. Procedura iniziata l’11 marzo del 2019 e conclusasi il 12 dicembre scorso con l’ultima prova orale. Un importante sforzo organizzativo visto il numero di domande pervenute alla procedura concorsuale pari a 24.784. Prove scritte ed orali, senza prove di preselezione, all’interno della Fiera di Foggia. Oltre 17mila i candidati ammessi alla prova orale con quasi 1500 assenti e 1200 giudicati non idonei. Alla fine sono 14493 i candidati idonei e che finiranno in una graduatoria che dovrebbe durare almeno tre anni per rimpinguare la forza lavoro in sanità sia della Puglia ma probabilmente anche di altre regioni d’Italia.

Particolarmente interessanti anche le provenienze dei candidati idonei. Un maxi concorso che ha visto il via libera per 9906 candidati pugliesi e 4408 candidati provenienti da altre regioni d’Italia. La pattuglia più nutrita è quella della provincia di Foggia che sfiora 2500 unità. A seguire Bari poco distante e Lecce che si ferma poco oltre le 2000 unità. Più in basso Taranto (1240) e la BAT con 910 candidati idonei. Ultima in Puglia la provincia di Brindisi con 868. Sono 3 i candidati idonei provenienti dall’estero mentre 1 dalla Valle d’Aosta. Sono 1396 i candidati idonei della Campania ed 848 dalla Sicilia ma tutte le regioni sono rappresentate. Ora dovrebbe esser riaperta la piattaforma on line del concorso per i vincitori ai fini della opzione assunzionale. I posti già autorizzati dalla Regione Puglia sono oltre 3mila ma si calcola che potrebbero esser ancor di più quelli necessari per soddisfare il fabbisogno di tutte le ASL, i policlinici e gli istituti pugliesi.

«Perché c’è bisogno di fare tante assunzioni adesso? – ha spiegato Michele Emiliano, Governatore della Regione Puglia – Perché da venti anni non potevamo assumere a causa di qualcuno (all’epoca era Fitto a governare la Puglia) che nel 2001 le bloccò. Il risultato è che il personale della Regione Puglia che si occupa di sanità è inferiore di 15mila persone rispetto all’Emilia Romagna a parità di abitanti. Il danno della legge del 2001 è incalcolabile perché aveva abituato tutti ad arrangiarsi e avere mille sistemi per aggirare le norme. Alcuni di questi escamotage hanno anche esposto le persone a rischi giudiziari. Oggi abbiamo sbloccato questa situazione, non potevamo farlo prima perché serviva il piano di riordino. Un piano che non ha chiuso ospedali, ma li riclassifica e aumenta i posti letto».