Dopo tre giorni di agonia è deceduta la giovane donna africana rimasta gravemente ustionata nell’incendio divampato nella baraccopoli di Borgo Mezzanone nella notte tra il 3 ed il 4 febbraio scorsi. La donna è morta nel pomeriggio di ieri: era stata elitrasportata, in condizioni disperate, al centro ‘Grandi ustionati’ dell’ospedale di Bari, dove i medici le avevano riscontrato ustioni sul 90% del corpo (la metà delle quali di terzo grado).

Si tratterebbe, secondo le indicazioni degli altri occupanti del ghetto, di una 32enne africana, al momento non ancora compiutamente identificata dai militari dell’Arma: nel rogo, infatti, sono andati distrutti eventuali documenti o effetti personali utili a dare un nome e una identità certa alla vittima; le ustioni, inoltre,hanno coinvolto anche le mani, rendendo impossibile anche il riconoscimento attraverso le impronte digitali. A causare il rogo, secondo gli accertamenti tecnici dei vigili del fuoco, sarebbe stata l’esplosione di una bombola a gas utilizzata per alimentare stufe e fornelli negli alloggi di fortuna. La donna, stando ad una prima ricostruzione dei carabinieri, sarebbe stata investita dall’esplosione mentre dormiva.

Non si tratta, purtroppo, di un episodio isolato. Gli incendi nell’ex pista – area attualmente oggetto di una serie di abbattimenti controllati e finalizzati allo smantellamento totale – si susseguono con preoccupante frequenza. L’ultimo episodio risale all’alba dello scorso 20 novembre, in altri due casi, le fiamme, divampate sempre per cause accidentali, hanno provocato la morte di altri due migranti che vi risiedono.