È un calciatore dell’Audace Cerignola il ragazzo di 17 anni accusato dell’omicidio di Francesco Traiano, il 38enne titolare di un bar-tabaccheria ucciso a Foggia, il 17 settembre scorso, durante una rapina.

Il giovane, unico minorenne del gruppo di cinque malviventi autori del colpo, è accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, cioè colui che ha materialmente sferrato le coltellate mortali al barista. Attualmente è rinchiuso nel carcere minorile “Fornelli” di Bari. Ieri, interrogato da gip e pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Lo stesso hanno fatto questa mattina, altri due componenti della banda: Antonio Pio Tufo e Christian Consalvo, entrambi di 21 anni: i due si sono presentati questa mattina davanti al giudice Armando Dello Iacovo, per l’interrogatorio di garanzia, ma hanno fatto scena muta.

I tre sono finiti in manette il 25 febbraio scorso, assieme ad altri due complici: il 24enne Antonio Bernardo ed il 22enne Simone Pio Amorico. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Foggia al termine di un’indagine coordinata dalla Procura foggiana, che ha fatto luce sulla tragica rapina costata la vita a Traiano.

In base a quanto ricostruito dagli investigatori, il pomeriggio del 17 settembre, in tre (Tufo, Bernardo ed il minorenne calciatore del Cerignola) fecero irruzione nel bar-tabaccheria a volto coperto. Il 17enne impugnava un coltello, con il quale ha sferrato diversi fendenti al volto della vittima, che era ferma dietro il bancone. Sia il ragazzino che Bernardo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero anche infierito sul barista, continuando a prenderlo a calci quando si era già accasciato a  terra.

Dopo la rapina, i tre sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto, rubata il giorno prima e guidata da Christian Consalvo: l’auto venne poi ritrovata nelle campagne di Foggia, la sera stessa del colpo, completamente carbonizzata. Fondamentali per la cattura dei rapinatori sono stati i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza del locale.

Il quinto indagato, Simone Pio Amorico, l’unico ai domiciliari, è accusato di concorso esterno in rapina: pur non partecipando materialmente all’assalto, avrebbe organizzato il colpo insieme agli altri e si sarebbe occupato di andare a recuperare, per riportarli in città, due dei rapinatori, dopo l’incendio dell’auto. Il giovane sarà interrogato nei prossimi giorni.