È stata confermata la condanna a un anno e mezzo, con pena sospesa, per Antonio Giannatempo, medico di Cerignola (la città di cui è stato anche sindaco), riconosciuto colpevole di omicidio colposo per la morte di un neonato deceduto il 9 novembre 2013 durante un parto cesareo all’ospedale “Tatarella”.

Così hanno deciso i giudici della Corte d’Appello di Bari, confermando la sentenza di primo grado pronunciata dal giudice monocratico di Foggia il 2 novembre 2020.

Secondo la tesi accusatoria, Giannatempo, che all’epoca dei fatti era dirigente medico nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, avrebbe eseguito in maniera errata l’estrazione del neonato causandone la morte.

La difesa ha invece sostenuto che il bambino morì per una asfissia conseguente alla rottura della placenta, richiamando una consulenza difensiva che esclude qualsiasi errore dell’imputato. Il medico, ascoltato durante il processo, si è sempre dichiarato innocente.

I famigliari del bambino si sono costituiti parte civile. Confermata anche una provvisionale di 30mila euro.