Sono accusati di due episodi di estorsione, una consumata ed una tentata, e di un assalto ad uno sportello bancomat, le cinque persone arrestate, all’alba di questa mattina, dagli agenti della Squadra Mobile di Foggia. In quattro sono finiti in carcere ed uno ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’ultimo atto di una lunga indagine che ha fatto luce sulle attività malavitose di una banda composta, in base a quanto emerso, da esponenti del clan Masciavè di Stornara. Da qui è partito il lavoro degli inquirenti, dopo una serie di gravi atti intimidatori ai danni di un imprenditore del posto, a cui è stata chiesta una somma di denaro, pari a 300mila euro, accompagnata dall’invito a rivolgersi “agli amici di Stornara”. Nel corso della telefonata minatoria, sono stati anche esplosi dei colpi d’arma da fuoco, in modo tale da impaurire la vittima. Per convincerla a pagare, e vincere le sue resistenze, il gruppo sarebbe ricorso anche ad altre intimidazioni: all’interno dell’auto dell’imprenditore è stata collocata una testa di maiale mozzata. La stessa macchina è stata in seguito data alle fiamme. Infine, nella buca delle lettere della famiglia dell’uomo è stata depositata una busta contenente tre proiettili. I sospetti degli investigatori si sono orientati subito verso il clan Masciavè, già in passato oggetto di condanne per usura ed estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso. Tenendo d’occhio alcuni esponenti del gruppo criminale, gli inquirenti sono venuti a capo anche di un’altra estorsione, questa volta ai danni di un agente di commercio. Questi, dopo aver installato alcune slot machine in un bar di Stornara, era stato costretto a versare periodicamente 300 euro ad un emissario del clan per poter mantenere gli apparecchi da gioco. Nel passato criminale degli arrestati figura anche un assalto ad uno sportello automatico della filiale della Banca Popolare di Bari, a Casalvecchio di Puglia, messo a segno nel settembre 2019. In quella occasione, la banda fece saltare in aria il bancomat con un ordigno, collocato mediante la tecnica della marmotta. Il colpo fruttò ai rapinatori la somma di 15mila euro.