Una vendetta in pieno stile mafioso questa mattina ad Orta Nova: settimo omicidio negli ultimi tre anni nella cittadina foggiana. In questo caso si tratta del 50enne Gerardo Tammaro, padre di Mirko, reo confesso dell’omicidio di Andrea Gaeta morto in via Saragat nella notte tra il 3 e 4 settembre scorsi. L’agguato a pochi passi dall’abitazione dell’uomo attorno alle 10,30, in pieno giorno alla periferia di Orta Nova in via Salvo D’Acquisto. Almeno quattro i colpi esplosi dai killer a bordo di una moto e che non hanno lasciato scampo a Tammaro. Sul posto immediato l’arrivo dei carabinieri e di una equipe sanitaria del 118 oltre che dell’elisoccorso proveniente da Foggia. Era stato proprio l’uomo a convincere il figlio a costituirsi dopo l’omicidio di Gaeta, figlio di un presunto boss locale, nato nell’ambito di una questione sentimentale nei confronti di una ragazza.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, quella notte Tammaro avrebbe notato l’ex fidanzata in compagnia di Gaeta e altri amici nei pressi di un bar. Questo avrebbe scatenato la sua gelosia, dato che solo pochi giorni prima si era lasciato con la ragazza. Gaeta e gli amici hanno poi lasciato il bar, e durante il tragitto hanno incrociato l’auto di Tammaro che ha lampeggiato facendo segno loro di fermarsi. Quando Gaeta è uscito dall’abitacolo, Tammaro si è accorto che con lui c’era anche la ex e a quel punto ha sparato alcuni colpi di pistola, uccidendo il 20enne. Successivamente è stata rinvenuta l’arma del delitto ed è stato anche appurato che Gaeta fosse armato.

Il giovane, ristretto in carcere, si era costituito a Termoli per paura di ritorsioni proprio nei confronti dei suoi familiari. Aveva ammesso gli addebiti durante l’udienza di convalida ma si era avvalso comunque della facoltà di non rispondere dicendo di essere confuso.

L’omicidio di questa mattina arriva ad un mese esatto di distanza da quella notte ed è il dodicesimo in poco più di nove mesi nel 2022 in provincia di Foggia. Un anno drammatico da questo punto di vista per la capitanata che non trova decisamente pace.