Sono 37 gli episodi di furto accertati nelle province di Bari, Brindisi e Taranto, dal febbraio 2020 al gennaio 2021 che sarebbero attribuibili alla banda colpita questa mattina all’alba da una operazione dei carabinieri del comando provinciale del capoluogo pugliese. I militari hanno eseguito 9 provvedimenti di custodia cautelare, 5 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio di vetture ma dovrà rispondere anche di rapina e danneggiamento. Al blitz hanno dato un supporto i militari dei comandi provinciali di Brindisi e Foggia e le unità cinofile del Nucleo di Modugno. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.

Oltre che delle auto la banda si occupava del riciclaggio dei pezzi di ricambio. Le indagini sono andate avanti dal giugno 2020 fino al gennaio 2021. In particolare, secondo l’accusa accolta dal gip, l’associazione criminale costituita da 8 dei 9 indagati, sarebbe stata organizzata da un 24enne monopolitano e da un 42enne fasanese. Questi ultimi, avvalendosi della collaborazione dei complici presunti e di altre figure esterne, tra cui un venditore foggiano di arnesi da scasso e dispositivi elettronici all’avanguardia, avrebbero messo a segno 37 furti di auto, seminando paura e sconcerto nei residenti del territorio barese, brindisino e tarantino. La banda sceglieva accuratamente gli obiettivi e, di volta in volta, assemblava rapidamente delle squadre di attacco pronte a rubare in pochi minuti i mezzi, utilizzando strumentazione attraverso la quale bypassavano i sistemi di sicurezza dell’auto, nonché ‘jammer’ idonei a schermare il segnale dei gps installati.

Subito dopo le auto venivano nascoste in campagna, dove si procedeva alle operazioni di ‘taglio’ dei pezzi di ricambio da rivendere sul mercato illecito. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari Centro, si sono sviluppate principalmente attraverso intercettazioni telefoniche, monitoraggio dei tracciati Gps dei mezzi rubati e analisi dei sistemi di videosorveglianza pubblici, privati e installati dalla polizia giudiziaria. Durante le indagini i militari hanno rinvenuto, in tutto, 20 veicoli rubati, restituiti ai legittimi proprietari, oltre 300 parti di veicoli nonché 8 motori di auto e numerosi arnesi da scasso.