6 anni e 6 mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta con rito abbreviato, dal Gup del Tribunale di Bari, nei confronti di Federico Russo, 45enne foggiano, riconosciuto colpevole in primo grado di detenzione di esplosivo, danneggiamento e tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso. L’uomo è ritenuto uno dei due responsabili dell’attentato dinamitardo ai danni del ristorante “Poseidon”, nel centro storico di Foggia.

L’episodio avvenne la notte del 9 gennaio 2022, quando due persone a volto coperto fecero esplodere un ordigno rudimentale davanti alla saracinesca del locale, in vico Ciancarella, fortunatamente chiuso.

Un atto intimidatorio, secondo l’ipotesi accusatoria, da parte della mafia foggiana nei confronti dell’imprenditore Alessandro Carniola, gestore del ristornate e con interessi anche nel settore della commercializzazione di caffè, oltre che nell’ambito delle agenzie di scommesse.

Russo venne arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Foggia il 17 febbraio 2022, nell’ambito di una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. È tuttora detenuto nel carcere di Larino, in provincia di Campobasso.

Assieme a lui, venne fermato anche il figlio 16enne: i due furono incastrati anche dai filmati registrati da una telecamera di sicurezza installata nei pressi del locale.

Il titolare riferì agli inquirenti di non aver ricevuto richieste estorsive, pur risultando, tra il 2018 ed il 2022, destinatario di ben sette avvertimenti sospetti da parte della criminalità organizzata.

Russo, in base a quanto emerso, sarebbe legato da vincoli di parentela a Federico Trisciuoglio, storico boss del clan Trisciuoglio-Tolonese, morto nell’ottobre del 2022.