Si chiama Robot Tino e deve contribuire a ridurre la circolazione di virus e batteri all’interno dei reparti ad alto rischio. È in sperimentazione nel Centro Trapianti di Cellule Staminali Emopoietiche di Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e in altri tre istituti europei: uno in Francia, uno in Spagna e uno in Grecia. Ogni clinica sperimenta setting assistenziali diversi per verificare l’utilità del robot Tino nell’affiancare gli operatori sanitari durante l’esecuzione di alcuni compiti.

Il robot della azienda francese Kompai Robotics, sembra fattorino: è sviluppato per il trasporto di oggetti, mappa gli ambienti e programma percorsi muovendosi in maniera autonoma all’interno del reparto. È in grado di verificare se gli umani indossano o meno la mascherina e di segnalare la caduta a terra dei pazienti.

È abbinato a 2 smartwatch così da poter rilevare in maniera continua parametri fondamentali come temperatura corporea, frequenza cardiaca, saturazione e pressione arteriosa. Ma può essere utilizzato anche come robot di compagnia per ascoltare musica, leggere, effettuare delle videochiamate alleviando così l’isolamento dei pazienti fragili ospedalizzati.

I ricercatori di Casa Sollievo hanno anche sperimentato alcuni servizi di videochiamata forniti dal robot come la televisita con il dietista e con lo psicologo