Un intervento considerato di routine finito in tragedia. La Procura della Repubblica di Foggia vuole vederci chiaro su quanto accaduto al 47enne Fabio D’Alessandro, morto durante un’operazione chirurgica di rimozione della colecisti, eseguita presso il Policlinico “Riuniti” del capoluogo dauno.

A far scattare l’intervento della magistratura, la denuncia presentata dai familiari dell’uomo, che chiedono di fare piena luce su quanto accaduto in sala operatoria.

Secondo una prima ricostruzione, l’intervento non presentava particolari indicazioni di complessità, tanto che i medici avevano deciso di sottoporre il paziente all’operazione in laparoscopia. Si tratta cioè di una tecnica mini invasiva e che permette un decorso post-operatorio molto più rapido. Rispetto all’intervento classico per l’asportazione della colecisti, che prevede un taglio ampio dell’addome, la laparoscopia comporta solo una piccola incisioni che permette al chirurgo di accedere alla cavità addominale.

Ma durante l’intervento qualcosa non è andato per il meglio ed il 47enne, che era ricoverato nel reparto di Chirurgia Generale Universitaria del Policlinico di Foggia, è morto “sotto i ferri”.

Dopo la denuncia presentata dai familiari del paziente alle forze dell’ordine, la Procura ha disposto il sequestro della cartella clinica dell’uomo, attraverso la quale si potranno chiarire anche i vari passaggi dell’intervento e il momento in cui è sopraggiunto il decesso.

Anche la direzione sanitaria del ospedale foggiano ha aperto una inchiesta interna per fare chiarezza sulla vicenda e verificare se, in questo caso specifico, vi sia stata l’adesione ai protocolli aziendali di riduzione del rischio clinico.