Circa 130 anni di carcere complessivi: è questa la richiesta di condanna per alcuni boss e relativi componenti di batterie della mafia foggiana fatta dal Procuratore Generale nel processo di secondo grado “Decimabis”, che portò ad oltre una quarantina di arresti nei confronti dei clan della mafia foggiana, Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Nelle richieste avanzate dal Procuratore Generale emergono anche le riduzioni di pena per il boss Pasquale Moretti, il 48enne figlio di Rocco Moretti, uno dei leader storici della mafia foggiana. Per colui il quale è considerato l’erede naturale, sono stati richiesti 12 anni di carcere rispetto ai 16 inflitti in primo grado. Richiesta con sconto anche per il figlio di Pasquale Moretti, Rocco Moretti Junior, per il quale il procuratore generale ha chiesto una pena di 8 anni, due anni in meno della condanna inflitta nel processo di primo grado. Richieste, quelle del Procuratore Generale, che riguardano 21 imputati. Condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi per Emilio D’Amato, che scelse invece di rinunciare al ricorso in Appello. Tra gli imputati anche Patrizio Villani, Alfonso Capotosto, Carlo Verderosa e Giuseppe Folliero, che nel frattempo hanno scelto di pentirsi e di collaborare con la giustizia. Tra le accuse contestate a vario titolo, le estorsioni e le tentate estorsioni a imprenditori e commercianti della città di Foggia ma anche usura, tentato omicidio e turbativa d’asta.