Poco più di un mese fa lasciò il carcere duro a cui era ristretto per ottenere gli arresti domiciliari, su decisione della Corte d’Appello di Bari. Una decisione contestata dalla Procura Generale di Bari, che ha chiesto al Tribunale della Libertà di rimetterlo in carcere. Al centro della vicenda c’è Emiliano Francavilla, il 46enne ritenuto uno dei boss della mafia foggiana, ai vertici del clan Sinesi-Francavilla e sotto processo per l’agguato ad un imprenditore, Antonio Fratianni, sventato a giugno del 2022 dagli uomini della Squadra Mobile che intervennero all’uscita del casello autostradale di Foggia Zona Industriale. Per quella vicenda, Emiliano Francavilla fu arrestato poche settimane dopo con altre 5 persone e successivamente condannato in primo grado a 12 anni di carcere. Fu lo stesso Francavilla, in Appello, ad ammettere le sue responsabilità, confessando l’intenzione di colpire l’imprenditore per rispondere al grave ferimento subito dal nipote in un agguato al fratello, Antonello, avvenuto a marzo del 2022 a Nettuno, agguato che vede imputato proprio Fratianni. Ora è la Procura Generale di Bari a richiederne l’arresto bis. Per il procuratore generale il provvedimento di concessione dei domiciliari della Corte d’Appello non è sufficientemente motivato, peraltro la misura concessa non prevede neanche il trasferimento fuori dalla Puglia, così come accaduto in casi simili. Emiliano Francavilla infatti sta scontando a Foggia i suoi domiciliari. L’appello presentato dalla Procura Generale verrà discusso tra un mese. Tuttavia, anche se la richiesta dovesse essere accolta, per Francavilla non sarebbe automatico il ritorno in carcere, che sarebbe eventualmente bloccato dal ricorso della difesa in Cassazione.