La montagna ha partorito il topolino. Perchè l’atteso incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla questione dell’indotto dello stabilimento Stellantis di Melfi e in maniera più specifica dei 130 lavoratori della Tiberina non ha prodotto gli effetti sperati.
Al tavolo vi erano i vertici della società umbra, che si occupa della carrozzeria e componenti meccanici per autoveicoli. La direzione del gruppo ha illustrato la situazione di oggettiva difficoltà in seguito alla fine delle commesse. Le nuove vetture in procinto di essere lanciate nello stabilimento lucano non prefigurano una saturazione e il fabbisogno occupazionale sembrerebbe attestarsi attorno alle 30,35 persone rispetto ai 130 dipendenti dell’azienda, almeno la metà dei quali provenienti dalla provincia di Foggia e dalla Bat. Tradotto: un centinaio di esuberi che rischiano il dramma della disoccupazione.
I sindacati, presenti all’incontro, hanno chiesto al Mimit un sostegno per verificare con Stellantis quali ulteriori lavorazioni potranno essere assegnate alla Tiberina e allo stesso tempo di alleviare la cassa integrazione con sostegni al reddito. Inoltre è stato chiesto di verificare la possibilità di avviare una procedura di uscite volontarie incentivate e la proroga degli ammortizzatori sociali conservativi. Resta fondamentale, tuttavia, la salita produttiva di Stellantis e la ripresa del settore automotive.
Il prossimo 14 gennaio nuova tappa del tavolo tecnico, con la speranza che questa volta anche Stellantis si decida a presenziare per dare risposte a chi oggi vede nero il proprio futuro.
