A Norcia (Perugia), nel corso della due giorni riservata ai Campionati Italiani Under 23, ieri sera l’atleta e studente foggiano Francesco Bonsanto si è laureato campione italiano di sciabola maschile. Bonsanto (iscritto al club scherma Champ Napoli) ha sconfitto in finale Leonardo Dreossi col punteggio di 15 a 13, assicurandosi il titolo al termine di un assalto combattuto e avvincente, considerato che il suo avversario, durante le semifinali, aveva eliminato Francesco D’Armiento (Fiamme Gialle) scongiurando quella che altrimenti sarebbe stata una storica finale tutta foggiana.Immatricolato nell’anno accademico 2014/15, Francesco Bonsanto è iscritto al corso di laurea di Scienze delle attività motorie e sportive ed ha aderito – venendo selezionato dall’apposita commissione d’Ateneo – al programma “Doppia carriera” varata dall’Università di Foggia in favore degli studenti e atleti che – grazie alla loro attività agonistica – fanno in modo che il nome di UniFg prenda posto, insieme a loro, sui podi più importanti di tutto il mondo. «Una vittoria che sentiamo un po’ anche nostra – ha commentato ilRettore, prof. Maurizio Ricci, complimentandosi direttamente con l’atleta – visto che ci siamo impegnati ad adottare, didatticamente e sportivamente questo studente, al quale vanno i complimenti più sinceri e autentici di tutta la Comunità accademica della nostra Università». Funziona dunque il programma della cd. Doppia carriera, proposto dalla Delegata alle Attività sportive prof.ssa Donatella Curtotti, che complimentandosi con Bonsanto per il risultato ottenuto torna sull’adozione della dual career definendolo «uno strumento unico in Italia, adottato da noi prima di tutti, destinato a introdurre all’interno degli Atenei italiani un nuovo metro di giudizio basato non soltanto sul grado di preparazione degli studenti ma anche monitorando costantemente i sacrifici che alcuni di loro, ad esempio gli atleti, sostengono per arrivare al termine del percorso accademico. Francesco è l’esempio lampante di come le Università debbano mettersi a disposizione di questi ragazzi, svolgendo fino in fondo la loro missione di formazione e al tempo stesso consentendogli di continuare a coltivare i loro sogni e le loro legittime ambizioni».