Continua la fase di agitazione dei lavoratori Ataf. Alcuni di loro ieri mattina hanno protestato dopo la decisione dei vertici aziendali di disdire gli accordi di secondo livello e decurtare dallo stipendio di agosto dei lavoratori alcuni conguagli che vanno dai 300 ai 600 euro. Una decisione che il CdA ha dovuto prendere per non portare i libri in tribunale e salvare l’azienda per un altro anno, quando è prevista la vendita ai privati. Il presidente Raffaele Ferrantino (che nei mesi scorsi è stato oggetto di minacce e attentati, ndr) ha spiegato che “la fase di confronto che la dirigenza di Ataf SpA sta portando avanti con le organizzazioni sindacali necessita di un clima disteso, che favorisca il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori. Il sit-in organizzato dai sindacati davanti Palazzo di Città, da questo punto di vista, pur essendo un’iniziativa del tutto legittima non aggiunge elementi di novità al percorso concordato da ultimo all’esito del vertice tenuto in Prefettura nei giorni scorsi. In quella sede – commenta Ferrantino – è stato deciso di convocare per il prossimo 7 settembre un tavolo tecnico al fine di discutere delle questioni che oggi sono all’attenzione delle organizzazioni sindacali, del Consiglio di Amministrazione e della proprietà. Sarà quello il luogo in cui impegnarsi per raggiungere un’intesa utile a soddisfare le esigenze di tutte le parti in causa, non dimenticando mai che in questa fase delicata e difficile occorrono il massimo del senso di responsabilità e una disponibilità a mettere in sicurezza la situazione finanziaria dell’azienda. Obiettivi che, sono certo, sindacati e lavoratori considerano prioritari e fondamentali per difendere il patrimonio pubblico rappresentato da Ataf SpA”.