«E’ una notizia importante per questo territorio perché conferisce a tutti una fiducia importante». Lo ha dichiarato il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, commentando l’arresto di un pregiudicato di Manfredonia ritenuto uno degli autori dell’agguato di mafia del 9 agosto dello scorso anno in cui vennero uccisi il boss Mario Luciano Romito, suo cognato Matteo De Palma, e due innocenti agricoltori: Luigi e Aurelio Luciani.

«Noi non abbiamo mai smesso di avere fiducia, avevamo avuto segnali importanti. In questo territorio abbiamo percepito da subito un cambiamento. Abbiamo avvertito la presenza dello Stato. Lo avevamo chiesto sin dall’inizio – ha detto il sindaco Merla. Volevamo che lo Stato facesse il salto di qualità per contrastare l’avanzare della mafia. Questo è un segnale straordinario, per tutti i cittadini perché adesso sanno che le istituzioni ci sono e possono avere maggiore fiducia in loro e trovare il coraggio di denunciare i soprusi». Secondo il primo cittadino l’arresto di oggi è il frutto di un lavoro straordinario.

«Mi sento di ringraziare le forze dell’ordine perché solo dopo un anno sono riusciti a catturare l’autore di un eccidio così efferato. Ho sentito telefonicamente le due vedove Luciani, Arcangela e Marianna, e con loro c’è stato un abbraccio virtuale. Voglio però evidenziare – aggiunge – che la partita non è chiusa qui. Oltre a questo quadruplice omicidio, in questo territorio c’è la presenza mafiosa. Sono certo che le istituzioni non ci abbandoneranno. Questo è un territorio che bisogna controllare, così come ci disse all’indomani del quadruplice omicidio l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, perché qui la mafia è forte. Questo arresto è solo il primo passo per cercare di debellare un fenomeno che sta modificando il nostro territorio».