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Lesioni aggravate e tentativo di rapina in concorso: è con queste accuse che stamattina sono finiti in carcere Luigi Bevilacqua, 20enne, Antonio Bevilacqua, 20enne e Michele Giordano, 26enne, tutti gravati da precedenti di polizia. Due in particolare gli episodi di violenza verificatisi durante lo scorso mese di ottobre nel cuore della città di Lucera e minuziosamente ricostruiti dall’attività investigativa dei Carabinieri sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Foggia. Le indagini sono partite dal fatto di sangue del 18 ottobre scorso nella centralissima a affollata via Quaranta. Uno dei tre arrestati, il 20enne Antonio Bevilacqua, aggredì un cittadino ghanese, a passeggio assieme ad un suo connazionale, tentando senza successo di sottrargli lo smartphone ed il portafoglio. A quel punto la richiesta d’aiuto agli altri due arrestati ed il nuovo tentativo nei confronti del giovane extracomunitario.

Questa volta però l’aggressione anche con un coltello a serramanico con cui il 20enne ha colpito all’addome ed al braccio il giovane africano. I tre fuggirono per le vie del centro prima dell’arrivo delle Forze di Polizia, giunte sul posto dopo diverso tempo anche a causa del disinteresse di chi assistette all’aggressione. Il giovane ghanese fu poi soccorso dal 118 e trasferito in ospedale con lesioni varie giudicate guaribili in 25 giorni. Complesso il lavoro dei Carabinieri che, nell’immediatezza dei fatti, ricostruirono l’accaduto attraverso le tracce di sangue, testimonianze dei connazionali del ferito ed immagini di videosorveglianza da cui si è rapidamente arrivati ai tre. Sempre loro, in realtà, nella serata del 30 ottobre in Piazza Tribunali sempre a Lucera, si sono resi responsabili di un altro fatto di violenza: hanno avvicinato un quarantaseienne del posto con la scusa di chiedergli dei soldi per l’acquisto di una birra e, al suo diniego, lo hanno aggredito selvaggiamente, colpendolo con calci e pugni al capo e all’addome per poi fuggire, abbandonandolo a terra privo di sensi. Anche in quella circostanza nessuno avvertì le Forze dell’Ordine. Così si è giunti ai provvedimenti odierni: gli arrestati, dopo le formalità di rito espletate presso la caserma di Via San Domenico, sono stati associati presso Casa Circondariale di Foggia, ove resteranno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.