Si torna a sparare e ad uccidere sul Gargano. Un agguato mortale è stato messo a segno, ieri pomeriggio, nelle campagne di Mattinata. La vittima è il 36enne Bartolomeo Pio Notarangelo, assassinato a colpi di fucile, l’arma che storicamente “firma” gli omicidi compiuti dalla mafia garganica.

Il cadavere dell’uomo è stato trovato all’interno di un fondo agricolo che gestiva, in località Tagliata. Una zona impervia, poco distante dal luogo dove è avvenuto un altro fatto di sangue: il delitto di Bartolomeo Lapomarda, l’allevatore 28enne di Mattinata, ucciso a fucilate il 18 luglio 2023.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, ai quali sono affidate le indagini sull’omicidio, coordinate dalla Procura di Foggia. Notarangelo aveva precedenti per detenzione di armi e spaccio di droga ma sono i suoi legami di parentela ad avvalorare, al momento, l’ipotesi del delitto di mafia.

L’uomo era infatti imparentato con la famiglia Quitadamo, ritenuta vicina alla criminalità organizzata. Antonio e Andrea Quitadamo – soprannominati “Baffino” – collaborano con la giustizia da alcuni anni e Notarangelo era il cognato di Andrea, il più giovane dei due fratelli.

Era inoltre il cugino di Angelo Notarangelo, noto negli ambienti criminali come “Cintaridd”, capoclan di Vieste ucciso nel gennaio 2015 e il cui omicidio è stato rivendicato, alcuni giorni fa, dal boss Marco Raduano, anche lui diventato collaboratore di giustizia.

La vittima era stata arrestata nel 2019 dopo essere stata trovata in possesso di un chilo di cocaina ed oltre 20mila euro in contanti, durante un controllo antidroga a Manfredonia.

Prima ancora, nell’agosto 2017, i militari dell’Arma trovarono nella sua masseria, nascosti sotto un cespuglio, un fucile calibro 12 con il numero di matricola abraso e tre cartucce caricate a pallettoni. Il 9 marzo 2020, durante la pandemia di Covid-19, prese parte alla maxi evasione dal carcere di Foggia, per poi consegnarsi ai carabinieri qualche giorno dopo.