Quasi due secoli e mezzo di carcere, ovvero 245 anni di reclusione. E’ la richiesta dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Ettore Cardinali e Luciana Silvestris, a carico di 24 imputati nel processo Omnia Nostra, che pone alla sbarra il clan garganico Lombardi-Scirpoli. Processo che è in corso in Corte d’Assise a Foggia. Le pene più elevate sono state chieste per Pietro La Torre e Matteo Lombardi, per i quali la Dda chiede 30 anni a testa di carcere. I due sono anche ritenuti i mandanti del tentato omicidio di Giovanni Caterino, ritenuto il basista della strage di San Marco in Lamis. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, droga, estorsioni, armi, tentato omicidio, truffe e rapina. “Una mafia nata nel sangue” – l’ha ribattezzata il pubblico ministero Cardinali nel ripercorrere tutti i passi che hanno segnato guerre tra clan contrapposti e scie di sangue. Un gruppo inchiodato non solo da intercettazioni e sequestri ma, come spiegano i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, anche da testimonianze e dalle recenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, una delle novità degli ultimi tempi della mafia garganica. Al vertice del clan, per quello che è il teorema dei giudici, ci sarebbero Matteo Lombardi e Pietro La Torre, il primo peraltro già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giuseppe Silvestri. L’inchiesta sfociò nel blitz del 7 dicembre del 2021, che portò all’arresto di 32 persone. Il processo fu poi diviso in 3 tronconi e ha visto anche due assoluzioni. La sentenza è attesa nel prossimo autunno.
























