Otto anni esatti da una strage che ha segnato il territorio della provincia di Foggia e che ha mostrato all’intero Paese tutta la pericolosità di una mafia, quella garganica, probabilmente in precedenza sottovalutata, come ricordano dal comitato provinciale di Libera. Otto anni da quella mattanza che vide, tra le vittime, due innocenti, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani: due agricoltori che erano lì, probabilmente furono considerati testimoni involontari scomodi da chi aveva raggiunto le campagne di San Marco in Lamis per regolare i conti interni alle organizzazioni criminali. I sicari erano lì per far fuori il boss Mario Luciano Romito, ucciso con il suo autista, Matteo De Palma e appunto i due fratelli innocenti nell’ambito di una faida, quella con il clan Libergolis. Quella strage, otto anni dopo, viene ricordata in un evento, tenutosi stamane proprio sul luogo, nei pressi della vecchia stazione ferroviaria del comune garganico. Un appuntamento organizzato dall’associazione Libera contro le mafie: voluto fortemente, anche alla luce dei tentativi messi in atto – spiegano gli organizzatori – di cercare di sporcare la memoria. Chiaro il riferimento a quanto dichiarato da un collaboratore di giustizia nei mesi scorsi. La celebrazione eucaristica ad aprire la manifestazione, a cui hanno fatto seguito le testimonianze dei familiari di Luigi e Aurelio Luciani, alla presenza del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti. Una strage che ha scosso le coscienze ed interrogato le istituzioni, segnando un inevitabile cambio di rotta.
Strage di San Marco in Lamis: sul luogo della mattanza il ricordo dei due fratelli Luciani
Vittime innocenti, nel posto sbagliato al momento sbagliato
