Caos nomine al Parco del Gargano: a sparigliare le carte ci ha pensato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Che ha sconfessato la nomina a commissario dell’ente di Raffaele Di Mauro, il forzista ed ex candidato sindaco della coalizione di centrodestra a Foggia, incaricato a luglio dal ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin.
Una nomina che arrivò in seguito all’ indicazione di una terna di nomi. Con Di Mauro, erano in corsa anche Vincenzo D’Errico e Tiziana Casavecchio. Tutti di Forza Italia. Emiliano contestò nell’immediato la nomina: tuonò dicendo che non spettava al ministro dell’Ambiente la decisione, chiedendo contestualmente all’avvocatura di agire in tal senso contro lo stesso ministero per aver calpestato, a suo dire, le prerogative regionali costituzionalmente garantite.
Lo stesso governatore pugliese ha espresso l’intesa sulla nomina, questa volta da presidente del Parco, di Vincenzo D’Errico, imprenditore turistico di Rodi Garganico, diventato forzista dopo un passato pentastellato. Banco saltato? A quanto pare no. Perchè la sensazione è che si sia attivato una sorta di cortocircuito, con giochi che non solo restano ancora aperti ma rischiano di aprire seri strappi all’interno di Forza Italia e nel rapporto tra Regione e Governo.
A D’Errico,ritenuto vicino al deputato Lovecchio, proprio esponenti di Forza Italia hanno intanto chiesto un passo indietro. Della vicenda sarebbe stato investito anche il segretario regionale Mauro D’Attis. Da parte sua, però, il neo incaricato non ha nessuna intenzione di mollare la presidenza.
«Se Forza Italia non vuole me come presidente, vorrà dire che guiderò il Parco indossando qualche altra casacca», ha in sintesi chiarito D’Errico. La partita, tuttavia, potrebbe essere ancora tutta da decidere. E non è da escludere che si vada ai tempi supplementari, con il ministro dell’Ambiente che potrebbe riavviare l’iter, trovando l’intesa con lo stesso Emiliano e ricucendo lo strappo istituzionale. Cosa che rimetterebbe tutto e tutti in gioco, anche lo stesso Di Mauro.