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«Cinque anni dopo l’uccisione di mio zio, nulla è cambiato», il duro sfogo di Alfredo Traiano

Nipote della vittima di una rapina sanguinaria nel suo bar-tabacchi

Cinque anni dopo, nulla è cambiato. I commercianti continuano a vivere nel terrore e i cittadini sono sempre più sfiduciati dalle cronache quotidiane. Ad affermarlo, in una lettera aperta, è Alfredo Traiano, nipote di Francesco Traiano, il 38enne tabaccaio foggiano ucciso in seguito ad una sanguinosa e violenta rapina nel suo esercizio commerciale di via Guido Dorso, a Foggia. Morì 23 giorni dopo, dopo una lunga agonia. Fatale furono le coltellate in un occhio. Per quella rapina con omicidio, 4 persone sono state condannate a complessivi 77 anni di carcere. Non serviranno a ridare la vita al povero Francesco. Quell’attività è ora portata avanti proprio dal nipote Alfredo. “Quella morte non ha colpito solo la nostra famiglia ma ha macchiato a sangue l’intera città”, scrive sul proprio profilo Facebook il giovane che in tenera età perse la mamma, vittima di femminicidio nel 2003 . Un post in cui viene evidenziata tutta l’amarezza di chi sperava in un sussulto, in un cambiamento. A giudicare da quanto continua ad accadere, non c’è stato. “A distanza di tempo quel sangue sembra non essere stato davvero ripulito: la memoria si è affievolita e la città ha lasciato che il dolore scivolasse via, inghiottito dall’oblio. L’illegalità continua a dilagare mentre i cittadini restano abbandonati alla rassegnazione e alla paura”, è l’ amaro sfogo di chi continua a sperare nel riscatto di una comunità che, dice, arriverà solo quando la giustizia non sarà più una promessa ma una speranza concreta.

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