“Bentornata a scuola, Giusy”. E’ la simbolica frase che campeggia su un murale, un’opera che raffigura lo sguardo e il sorriso di una giovane ragazza, uccisa ad appena 14 anni, a Manfredonia. Quasi ventuno anno sono trascorsi da quel maledetto 12 novembre del 2004, quando il corpo di Guisy Potenza fu ritrovato sfigurato in seguito a sassate, su una scogliera della città in riva al Golfo. Per quel delitto fu accusato un cugino di secondo grado, Giovanni Potenza, condannato a 30 anni di carcere. Un assassino brutale, che segnò per sempre i suoi cari: la mamma di Giusy, Grazia Rignanese, non resse al dolore, poco dopo decise di togliersi la vita. Un dramma nel dramma, mai dimenticato. Quel sorriso oggi rivive in un’opera su una parete dell’istituto Roncalli di Manfredonia, la scuola che Giusy frequentava. Quegli scalini, simbolicamente, torneranno ad essere percorsi d’ora in poi per sempre dalla memoria di Giusy Potenza.
Un lavoro di comunità, che ha coinvolto studenti e associazioni cittadine. A realizzarlo è stata un’artista locale, Raffaele Fariello. A volerlo fortemente il legale della famiglia di Giusy, Innocenza Starace.
Il tempo passa ma non cancella il dolore. Le lacrime continuano a scorrere sui volti dei suoi cari, del papà Carlo, di nonno Matteo, della sorella Michela e della zia, Anna Potenza.
Il servizio.
