Home Cronaca «Non ho ucciso io Omar Trotta», Angelo Bonsanto respinge le accuse

«Non ho ucciso io Omar Trotta», Angelo Bonsanto respinge le accuse

Per chi indaga, lo avrebbe assassinato davanti a moglie e figlia di pochi mesi

Ha respinto ogni accusa, sostenendo l’inattendibilità, a suo dire, dei pentiti che mentirebbero. “Non ho ucciso nessuno, mi stanno incastrando”, ha detto in videoconferenza dal carcere di Augusta, dove è rinchiuso, Angelo Bonsanto, il 34enne di San Severo, accusato, in maniera specifica dal collaboratore di giustizia Orazio Coda ma anche da altri pentiti, di essere l’esecutore, o uno degli esecutori, dell’omicidio del 31enne Omar Trotta, il ristoratore viestano ucciso nella sua bruschetteria nel centro storico di Vieste il 27 luglio del 2017, dove era con la compagna e la figlia nata solo da pochi mesi. Bonsanto è stato ascoltato nel processo in corso in Tribunale a Foggia, dove è stato sentito per la prima volta in Corte d’Assise, rispondendo alle domande dell’avvocato difensore Luigi Marinelli e del pm della Dda, Ettore Cardinali. Ha negato ogni coinvolgimento ma anche di conoscere chi lo accusa, ritenendolo l’autore. Per quella che è la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia, Bonsanto sarebbe vicino al clan foggiano Moretti. Anche questa ipotesi è stata respinta dall’imputato. Sull’omicidio di Omar Trotta, Bonsanto ha spiegato di non essere mai andato a Vieste in quel periodo, nè di conoscere la vittima, dicendosi anche disponibile ad un confronto con chi lo accusa. Sempre per quelle che sono le ricostruzioni, l’omicidio di Omar Trotta sarebbe stato organizzato dal clan che faceva capo all’ex boss di Vieste, Marco Raduano, diventato nel frattempo collaboratore di Giustizia, per vendicare un altro fatto di sangue, l’uccisione di Gianpiero Vescera, cognato dello stesso Raduano. A fine ottobre nuovo appuntamento in aula, per la sentenza di primo grado bisognerà attendere il 2026.

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