Non è più un’emergenza ma un vero e proprio dramma. La carenza idrica in Capitanata, ha raggiunto ormai livelli di criticità senza precedenti. La situazione è sempre più allarmante, nell’invaso di Occhito, nell’agro di Carlantino, restano poco più di 44 milioni di metri cubi d’acqua. Tradotto: appena al di sopra del cosiddetto “volume morto”, che si attesta ai 40 milioni di metri cubi e che rappresenta il limite sotto il quale il serbatoio idrico foggiano non può più garantire l’approvvigionamento d’acqua. Denunce continue, l’ultima quella di Coldiretti Puglia. Allarmanti i dati forniti dall’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche: la crisi è destinata a protrarsi almeno fino al 2026, l’anno che per gli addetti ai lavori è destinato ad essere quello più complicato, con un drastico calo delle produzioni agricole, che già oggi si attesta intorno al 20% e con conseguenze pesantissime anche per la popolazione. Di questo passo, insomma, il rischio che cominci a scarseggiare acqua anche all’interno delle abitazioni, è concreto. Insufficienti sono diventate le soluzioni tampone: in assenza di un piano strutturale in grado di mettere in sicurezza l’intero sistema idrico regionale, il futuro sarà a tinte più che fosche con sempre meno acqua negli invasi. Quello che resta è il ricordo di una diga, quella di Occhito, realizzata per consentire l’approvvigionamento irriguo e potabile, tra le più grandi d’Europa con la sua capacità totale di 250 milioni di metri cubi. Una risorsa idrica fondamentale per agricoltura e consumo domestico oggi contornata da pareti asciutte, sabbia e fango.
























