I soldi destinati all’Agenzia del Turismo pugliese sarebbero stati spesi anche per parenti e amici. E’ quanto ipotizzano i finanzieri del Comando provinciale di Bari, che hanno eseguito, oltre che nel capoluogo pugliese, anche nelle province di Cremona, Taranto e Cagliari, due decreti di sequestro preventivo di denaro e beni mobili e immobili pari a complessivi 800 mila euro su provvedimento emesso dal gip del Tribunale barese. Nove sono le persone indagate in concorso tra loro e accusate, a vario titolo, di peculato, riciclaggio e autoriciclaggio di fondi che sarebbero stati indebitamente distratti dai conti dell’agenzia regionale del turismo della Regione Puglia. Nel 2024, fu eseguito un primo sequestro di circa 400 mila euro. I successivi approfondimenti eseguiti dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari avrebbero poi fatto emergere un presunto sistematico utilizzo di denaro pubblico da parte del direttore generale ad interim dell’Agenzia Regionale, Matteo Minchillo, poi deceduto. Si tratterebbe di emolumenti e “fuori busta” che, tra il 2017 e il 2022, sarebbero stati corrisposti al responsabile dell’ufficio pagamenti e a un altro pubblico funzionario a capo, all’epoca dei fatti, di un altro ufficio dell’Ente. Sarebbero state inoltre individuate diverse altre operazioni, di importi di minore entità ad appannaggio di familiari e sodali dei principali indagati, tra cui un figlio di Minchillo, chef stellato e titolare di un ristorante a Crema. Numerosi pagamenti, per chi indaga non dovuti, disposti dal conto della tesoreria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Foggia poi confluita nell’Agenzia Regionale. Puglia Promozione, intanto, ha precisato di essere parte lesa nella vicenda e che le attività riguardano un periodo precedente all’attuale governance, ringraziando poi la Procura per le indagini in corso.