Errore umano non rilevabile nel decesso di Natasha Pugliese ma soltanto una gestione organizzativa intraospedaliera che non ha consentito di raggiungere l’esito sperato, ovvero quello di salvare la 22enne cerignolana morta al Policlinico Riuniti di Foggia per le complicanze sopraggiunte rispetto ad un incidente stradale subito due mesi prima. A scriverlo sono i 3 consulenti incaricati di eseguire l’autopsia dal pubblico ministero della Procura di Foggia, Paola De Martino, esame necessario per accertare eventuali responsabilità mediche nella morte della giovane donna. Natasha Pugliese rimase ferita in un incidente stradale avvenuto a Cerignola la sera del 18 giugno del 2024, quando si scontrò con il suo monopattino con un’auto. Fu ricoverata al Policlinico Riuniti di Foggia, nella stessa struttura in cui morì il 4 settembre, mentre era nella sala operatoria della chirurgia toracica. L’indagine conta 21 indagati: 20 del personale sanitario e medico, con loro il conducente dell’auto coinvolta nel sinistro. In corso è invece il processo a carico del padre di Natasha Pugliese, di tre fratelli e uno zio della vittima, accusati di aver aggredito dopo la notizia del decesso della ragazza il personale medico sanitario. Sull’indagine a carico delle 21 persone toccherà al pubblico ministero stabilire l’eventuale richiesta di archiviazione al gip o procedere con l’altrettanto eventuale avviso di conclusione delle indagini.
























