Particolari davvero incredibili quelli che emergono dalle carte dell’operazione antidroga che all’alba di tre giorni fa ha portato all’esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e sei ai domiciliari per spaccio di droga nella città di Cerignola. Il passaggio più curioso è quello verificato il 20 aprile di un anno fa, quando uno degli indagati, un ventunenne, aprendo una cabina Enel nella città ofantina si accorse che la droga nascosta era sparita. Di lì il panico, le telefonate e persino l’irruzione in una casa di un altro cerignolano costretto a mostrare l’impianto di videosorveglianza, con il giovane che scoprì una microcamera nascosta dai Carabinieri che da oltre un mese era intenta a riprendere l’attività di spaccio nel quartiere Buon Consiglio di Cerignola. Proprio quella videocamera ha contribuito a far scattare poi il blitz e i relativi arresti. C’è un altro particolare che emerge dalle indagini, ed è quello relativo al monitoraggio di un altro indagato e alla scoperta di un locale a piano terra che era stato trasformato in una vera centrale dello spaccio, attivo 24 ore al giorno, con la droga che veniva calata in un secchio dal primo piano dell’abitazione di un 54enne, posto agli arresti domiciliari. Ad inchiodare il gruppo sono state anche le intercettazioni ambientali che hanno consentito di scoprire il presunto giro di droga nella città di Cerignola.