Un esercito di presunti falsi braccianti: ben 325 indagati, con capi d’imputazione di truffa aggravata all’Inps. La Procura della Repubblica di Foggia, attraverso il pubblico ministero Sabrina Cicala, ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini. L’inchiesta è una costola del blitz Farmghosters della Guardia di Finanza, che portò all’esecuzione di venti ordinanze cautelari, 19 persone sono state rinviate a giudizio, in un caso è stato scelto il rito abbreviato. I 325 ai quali è stato invece notificato l’avviso di conclusione delle indagini sono prevalentemente foggiani, cerignolani e sanseveresi. Con loro anche cittadini marocchini e romeni. Nell’avviso sono indicate anche le proposte di patteggiamento, oscillanti tra gli 8 e i 10 mesi con sospensione della pena. Sono due i filoni dell’inchiesta: la presunta truffa all’Inps per quelle che sono le accuse si sarebbe sviluppata attraverso la simulazione di assunzioni di braccianti allo scopo di ottenere sussidi di disoccupazione, assegni familiari e indennità di malattia. Tra le accuse anche il favoreggiamento dell’immigraziazone clandestina attraverso società fantasma o presumibilmente compiacenti. Gli immigrati, per entrare in Italia avrebbero pagato 2500 euro a testa per la simulazione dell’assunzione. Per ciò che concerne invece la presunta frode previdenziale, per quella che è l’indagine della Guardia di Finanza furono oltre 400 le persone che tra il 2018 e il 2023 avrebbero ottenuto indebitamente sussidi. Trecentoventicinque, come detto, quelli a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, con l’attività investigativa che avrebbe consentito di bloccare l’erogazione di ulteriori 771 mila euro richiesti da altri 208 lavoratori.