I carabinieri di Foggia hanno notificato a Roberto Sinesi, 56 anni, ritenuto esponente di spicco della Società, la mafia foggiana, una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Sinesi deve rispondere di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di una pistola, reati aggravati dall’avere agito col metodo mafioso, in considerazione, sia della platealità della condotta, avvenuta in pieno centro cittadino alla presenza di numerose persone, sia del ruolo apicale rivestito da Sinesi considerato al vertice della Società foggiana, e in particolare della ‘batteria’ Sinesi-Francavilla attivo a Foggia e provincia.

Il provvedimento è scaturita dopo le indagini dei carabinieri sul tentativo di omicidio di Roberto Sinesi avvenuto il 6 settembre 2016. L’uomo, mentre viaggiava a bordo di un’auto in compagnia della figlia e del nipotino di 4 anni, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione era stato affiancato da una vettura dalla quale sicari esplosero numerosi colpi di pistola e di kalashnikov, ferendo sia il Sinesi che il nipotino.

Nel corso delle indagini, anche grazie a una consulenza balistica, è emerso come quel giorno Sinesi fosse armato di una pistola calibro 9×19 e avesse risposto al fuoco mettendo in fuga i suoi assalitori, sparando almeno sei colpi contro di loro.

Ricostruzione confermata anche dalle intercettazione, nelle quali l’uomo, conversando con i parenti e gli affiliati più stretti, ha ammesso anche se in modo criptico, per i pm, di essere stato armato e di avere sparato evitando così conseguenze più gravi. I suoi familiari si siano poi subito prodigati per fare sparire la pistola e i vestiti indossati da Sinesi, che recavano le caratteristiche dell’aver sparato.

A Sinesi vengono contestate due aggravanti: quella di aver commesso il reato mentre era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale e quella di avere agito col metodo mafioso.

L’uomo, infatti, che è uno dei vertici storici della Società foggiana, già condannato per mafia nei processi Panunzio e Day Before, a capo della ‘batteria’ Sinesi-Francavilla, ha agito, dicono gli inquirenti, per agevolare il prestigio della propria compagine criminale, in un momento storico caratterizzato dall’ennesima guerra tra clan, scoppiata a partire dal settembre 2015, che ha visto una sanguinosa contrapposizione tra gruppi Sinesi-Francavilla e Moretti-Pellegrino-Lanza, con numerosi omicidi e tentativi di omicidio ai danni di esponenti di entrambe le fazioni. Il provvedimento gli è stato notificato presso il carcere di Palermo, dove è detenuto per estorsione aggravata dal metodo mafioso.