Storia a lieto fine per una donna di Cerignola, esasperata dalla continue minacce e ritorsioni da parte del figlio e dell’ex marito, i quali pretendevano che abbandonasse la propria abitazione, di sua proprietà perché ricevuta in donazione, e soprattutto la vendesse in modo che il ricavato fosse diviso fra i suoi due aguzzini.
Era la mattina dello scorso 4 aprile quando una donna, in lacrime, si faceva trovare davanti al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cerignola, chiedendo di poter parlare con la dirigente Colasuonno, dirigente del medesimo Commissariato. Prontamente accolta, la donna riferiva che, ormai da diverso tempo, il figlio, suo convivente all’interno della casa coniugale, istigato dal padre, persona dalla quale la donna era in fase di separazione e che aveva abbandonato l’abitazione coniugale, pretendeva che vendesse l’appartamento e che il ricavato fosse consegnato a lui in modo da poterlo sperperare come credeva, aggiungendo che, se non avesse adempiuto a quanto richiesto o se l’avesse denunciato, l’avrebbe ammazzata buttandola giù dal balcone.

Per questo, si era vista costretta a modificare le proprie abitudini di vita, trascorrendo la notte sul divano, anziché in camera da letto, perché più vicino alla porta d’ingresso dell’abitazione, in modo da poter fuggire all’occorrenza. La donna raccontava, altresì, che in più di un’occasione trovava, in piena notte, il figlio che la fissava mentre dormiva; in un’altra occasione, il figlio, dopo una furibonda lite, l’aggrediva spiaccicandole dei fioroni in faccia, ed in un’altra ancora lo stesso ex marito, prima dell’abbandono della casa coniugale, l’aveva picchiata con schiaffi sulla nuca.

Le minacce proseguivano anche successivamente alla denuncia sporta dalla donna, ormai sotto protezione presso una casa famiglia, allorquando, dopo aver più volte tentato di contattarla telefonicamente sulla sua utenza mobile, la cercavano con la stessa insistenza presso parenti e conoscenti dicendo loro che occorreva la sua presenza per sottoscrivere l’atto di vendita dell’abitazione. Ancora il figlio si presentava presso il domicilio della nonna materna, dicendole che, se la figlia non avesse firmato il consenso per la vendita dell’appartamento, le avrebbe tagliato la testa con una grossa accetta ed un’altra volta dicendo che l’avrebbe gettata tra i topi di fogna; redarguito dalla nonna, soprattutto sul fatto che non avesse rispetto delle condizioni di salute precarie del nonno, il nipote rispondeva che non gli importava nulla.

L’attività di indagine, svolta in maniera pressante dagli Agenti del Commissariato di Cerignola, consentiva di acquisire elementi concreti in ordine alla sussistenza del reato di stalking tali non ritenere più procrastinabile, da parte della competente Autorità Giudiziaria, la richiesta e la conseguente emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, immediatamente eseguita dagli uomini appartenenti al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cerignola, coordinati dal loro Dirigente. Gli arrestati, dei quali vengono omessi i dati anagrafici per tutelare la parte offesa, dopo le formalità di rito, venivano condotti presso la Casa Circondariale di Foggia.