“Non possiamo che accogliere con piacere il recente interesse mostrato dalle associazioni di volontariato sulla situazione in cui vivono alcuni bambini di etnia Rom. In qualità di presidente dell’associazione Opera Nomadi, mi sento di ringraziare chi si preoccupa della salute e dello stato di saluti dei minori presenti nei vari campi sparsi nelle campagne. Negli ultimi giorni si è molto discusso sul cosiddetto ghetto dei Bulgari, situazione complessa e nello stesso tempo drammatica come lo sono le tante altre realtà sparse sul nostro territorio foggiano: dal campo Rom dei macedoni a Borgo Segezia, le famiglie Rom rumene in via San severo, via Trinitapoli e la più numerosa, quella in via Bari. Ognuna di queste realtà merita attenzione e interventi mirati. Da anni, però, assistiamo ad una indifferenza generale sul tema della popolazione Rom, tanto da arrivare al degrado più assoluto di questi tempi, poiché alle ipotesi ed ai concetti espressi a più riprese, non sono quasi mai seguiti i fatti. Le famiglie Rom vanno accompagnate ed educate su tanti aspetti una delle quali è la questione dei minori. Non si può continuare, nel nome dell’unità familiare, a tollerare le situazioni di rischio a cui gli stessi genitori espongono i propri figli. Per restare sulla situazione del campo bulgari in località Masseria Fonte del Pesce, la stragrande maggioranza di loro vengono per i soli mesi estivi portandosi con sé tutto il nucleo familiare. Situazione che potrebbero evitare lasciando i propri pargoli alla custodia di nonni e zii, giacché tutti loro vivono in contesti allargati. Per cui il trauma della separazione momentanea dai propri genitori sicuramente non sarebbe avvertita. Questa indicazione eviterebbe l’abbandono di tanti minori, durante le ore della giornata, da parte dei genitori nei confronti dei propri figli a rischio di situazioni di degrado e di giornate calde e infuocate che in aperte campagne arrivano a temperature insostenibili per gli stessi bambini. Accogliamo, dunque, con favore l’accordo stipulato dai capi delle famiglie bulgare di etnia Rom con il Comune di Foggia per il ritorno in patria dei minori e l’abbandono spontaneo del campo sorto da circa dieci anni in località Masseria Fonte del Pesce”.