Avevano costituito una vera e propria associazione a delinquere riducendo in schiavitù decine di donne di origini bulgare e costringendole a prostituirsi sulle statali foggiane. A finire in manette due uomini bulgari e una donna polacche che chiedevano alle famiglie delle povere ragazze della Bulgaria di portarle in Italia con la promessa di trovare condizioni di vita migliori. Le donne, però, una volta giunte nel Belpaese venivano costrette, anche con violenze e minacce di ritorsioni in patria nei confronti delle loro famiglie, a prostituirsi lungo la Strada Statale 16 per oltre 10 ore al giorno e consegnare l’intero guadagno ai 3 malviventi.

La Polizia di Stato tramite servizi di video-monitoraggio, presidi tecnici e diverse testimonianze, è riuscita a scoprire l’illecita attività rilevando episodi di particolare efferatezza e crudeltà nei confronti delle vittime. Infatti le donne nel caso in cui si fossero rifiutate di prostituirsi o avessero incassato scarsi guadagni, sarebbero state brutalmente picchiate, anche con corde e cavi elettrici. Le vittime vivevano in un clima di terrore e sotto continue minacce, inoltre è stato accertato dagli agenti che un bambino di 4 anni, figlio di una delle donne, è stato vittima di percosse.