Questa volta il viaggio della speranza è partito dalla Georgia. Un tumore occupava un quarto del cervello di una bimba di 18 mesi, comprimendo l’ipofisi e mettendo a rischio la sua vita ma l’equipe di neurochirurghi di “Casa sollievo della sofferenza” è riuscita ad asportarlo e oggi la piccola sta meglio ed è in attesa di essere dimessa. Protagonista della storia è una bimba georgiana, arrivata in Italia grazie ad un intervento umanitario autorizzato dalla Regione Puglia. I genitori,  di  appena 22 e 23 anni, ringraziano «la Regione, la direzione dell’ospedale che ha predisposto anche l’accoglienza in una struttura ricettiva dell’Opera di San Pio, i medici, gli infermieri, i tecnici e agli operatori socio sanitari».

Scongiurato il pericolo di morte, adesso per la piccola si aprono nuove possibilità di vita. Nei prossimi giorni sarà dimessa, non prima di aver individuato un centro di riabilitazione di elevata specializzazione idoneo a proseguire un caso così complesso. La bimba è arrivata in Casa sollievo dopo una risonanza magnetica eseguita in Georgia per una presunta difficoltà visiva: l’esame, però, aveva evidenziato un voluminoso tumore al cervello.

«Dopo un’attenta fase di studio e di valutazione dei pro e dei contro – spiega Leonardo Gorgoglione, che dal 2019 dirige l’Unità di neurochirurgia di Casa sollievo – abbiamo deciso di operare subito per scongiurare il pericolo di morte certa, a causa dell’effetto di compressione che la massa tumorale esercitava sul cervello. È stato un intervento molto complesso, durato circa 10 ore: il tumore aveva modificato la struttura anatomica del cranio e del cervello, partiva dall’ipotalamo e coinvolgeva il punto nodale della vascolarizzazione del cervello. Abbiamo rimosso una massa tumorale di sei centimetri per cinque».

«Il tumore – sottolinea Alfredo Del Gaudio, direttore dell’Unità di anestesia e rianimazione II – comprimeva l’ipofisi, la più importante ghiandola endocrina che nel cervello dirige e regolamenta tutte le altre ghiandole del nostro organismo, e che secerne un ormone che si chiama adiuretina, fondamentale per il recupero di acqua dall’organismo».