Cuscini premuti sul volto, quasi fino al soffocamento. Schiaffi, sputi, insulti e minacce, fino ai palpeggiamenti nelle parti intime. Una terrificante serie di abusi e sevizie commessi ai danni di persone inermi, incapaci di difendersi. Sono alcuni dei particolari raccapriccianti, contenuti nel provvedimento del giudice, sulle violenze commesse nella residenza per anziani “Stella Maris” di Manfredonia.

Quattro gli operatori socio-sanitari finiti agli arresti domiciliari, su ordine del gip del Tribunale di Foggia, Roberta Di Maria, con l’accusa di maltrattamenti nei confronti di alcuni ospiti della struttura.

Sono quattordici invece le vittime accertate, tutte di età compresa tra i 64 e i 99 anni, di cui due nel frattempo decedute. Anziani con difficoltà motorie, affetti dal morbo di Alzheimer, demenza senile e varie forme di disabilità.

Gli indagati, riporta il provvedimento del giudice, approfittando della loro fragilità, li hanno sottoposti ad una serie di sistematiche angherie, causa di sofferenze fisiche e morali. Con le aggravanti di aver agito con crudeltà e di aver abusato del ruolo da loro ricoperto.

A fare luce su quanto accadeva tra le mura della struttura sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Foggia, che hanno portato avanti le indagini, partite a seguito di una segnalazione arrivata al Commissariato di Manfredonia. In una lettera anonima venivano descritte le violenze commesse sui pazienti da parte di alcuni operatori. In una busta chiusa era contenuta anche una chiavetta Usb, dove era stato salvato un file audio con le urla disperate di una donna anziana.

Una volta installate delle telecamere nascoste nella casa di riposo, sono bastati pochi giorni per scoprire le atrocità commesse al suo interno, documentate da video e registrazioni ambientali. Tra queste, figurano anche abusi di tipo sessuale, compiuti da uno degli Oss ai danni di una paziente affetta da demenza senile, non vedente e con problemi di udito.