Era stato condotto in carcere il 13 ottobre scorso, dopo essere stato arrestato dalla Polizia di Stato a seguito di una rapina. Cinque giorni dopo, gli agenti penitenziari lo hanno trovato senza vita, riverso nel letto della sua cella. Vogliono vederci chiaro i genitori di Osama Paolo Harfachi, 30enne foggiano di origini marocchine morto due giorni fa, in circostanze ancora da chiarire, all’interno della casa circondariale di Foggia.

Per questo hanno presentato denuncia ai Carabinieri, affinché un’indagine possa fare luce sulle reali cause del decesso di loro figlio.

In base a quanto si apprende della vicenda, da una prima ispezione cadaverica è emerso che il 30enne sarebbe stato stroncato da un improvviso arresto cardiaco. Una versione che però non convince i familiari del detenuto scomparso anche perché – secondo quanto raccontato dai genitori – l’uomo non aveva nessun problema di salute, tantomeno patologie cardiovascolari.

Inoltre, la madre ed il padre del 30enne sostengono di aver ricevuto, il giorno successivo all’arresto del figlio, alcuni messaggi inquietanti da parte di un altro detenuto. Questi, una volta uscito dal carcere, avrebbe riferito via sms di aver incontrato Harfachi poco prima di essere liberato, trovandolo “tutto spezzato”, e cioè molto sofferente a livello fisico.

Proprio sulla base di quanto raccontato dal detenuto, i genitori temono che il figlio sia stato picchiato, e che la morta sia sopraggiunta a causa delle violenze subite in carcere.